sabato, marzo 24, 2007

Metti una sera a teatro.



Ieri ho passato una serata alternativa (almeno per me): sono andato a teatro.



Erano 25 anni che non andavo. L’ultima volta ero stato a vedere uno spettacolo del trio Marchesini-Lopez-Solenghi.



Quando Marco, due settimane fa, mi aveva proposto “Alta società” con Vanessa Incontrada avevo aderito con entusiasmo all’idea.



E dunque.



Con una buona mezz’ora d’anticipo, vestiti di tutto punto come si conviene ad un’occasione del genere, siamo giunti al Politeama genovese. L’atrio è già gremito di persone che si accalcano davanti alla biglietteria per cambiare le proprie prenotazioni internet (un bel risparmio non c’è che dire) con il biglietto vero e proprio.



Dall’ultima volta che sono stato a vedere uno spettacolo teatrale la media d’età delle persone si è decisamente alzato. Il più giovane, esclusi noi due, ha innestata nel braccio una flebo di ricostituente o si appoggia tremebondo alle pareti. Ci manca uno nel polmone d‘acciaio e siamo al completo.



Al centro dell’atrio un grosso tavolo ricolmo di dolci da pasticceria fa bella mostra di se. Tutto attorno un nugolo di arzille nonne-cavallette assatanate e con il visone al collo, sta spazzolando tutto ad una velocità impressionante. Naturalmente quando riusciamo a raggiungere il tavolo non vi è rimasto più nulla. Bisognava vedere la faccia schifata e inorridita della ragazza che toglieva i vassoi desolatamente vuoti e che mormorava tra se e se “allucinanti, sono dei mostri queste”.



La direttrice del teatro, attorniata da un gruppo di amici, si esalta per le coreografie di questo spettacolo “mai viste così tante coreografie e così piene di particolari… una meraviglia, di più, un c-a-p-o-l-a-v-o-r-o”. Scopriremo alla fine della rappresentazione che le coreografie sono solo due (interno di un salone di una casa signorile e esterno del giardino). Quanto ai così tanti particolari… boh! Mi sarò distratto.



Suggerisco di andare a posare i cappotti al guardaroba. Peccato che per la serata (staranno risparmiando per pagare Vanessa?) non è previsto il servizio. Tutta la sera con il paletò sulle ginocchia.



Dopo dieci minuti di ricerca dei posti (fila 14 posti 18 e 20), abbiamo pure chiesto alle signorine addette che manco si sono degnate di accompagnarci (“sono laggiù dall’altra parte della sala” hanno detto), prendiamo posto. Subito un signore e consorte: “pregooo, via via di qui. Questi sono i nostrii posti!” O cacchio, stai a vedere che aver prenotato i biglietti via internet… è successo qualche casino e abbiamo tutti e quattro gli stessi (Marco suggerisce “semmai facciamo a turno :-) “. Era ovviamente una battuta ma dovevate vedere la faccia inorridita di Lei). Finalmente Lui tira fuori i biglietti (era ora sono 5 minuti che te lo chiedo) “ooo scusateee sono il 10 e il 12 i nostri. Vieni cara”.



Finalmente si spengono le luci, si alza il sipario, inizia lo spettacolo.



Dopo un quarto d’ora già dormivo. Due palle. Mamma mia. Tutti che ridevano alle battute (perchè erano battute). Ma cosa c’è da ridere? Finalmente ho intuito perché le generazioni non si comprendono. Una diversità di vedute oceanica. Non potremmo mai andare d’accordo. Non ci intendiamo tra giovani e vecchi. Non c’è santo.



A scanso di equivoci voglio qui elogiare la bravura di tutti gli attori e soprattutto di Vanessa Incontrada (una voce stupenda quando canta). L’unica cosa, Vanessa, per me, è la presentatrice di Zelig o la conduttrice del programma radiofonico su RTL 102. Quindi (per me) non può fare l’attrice di teatro. Non è il suo ruolo.


Come quando mi dicono "aaa Benigni che recita Dante… una meraviglia".
No! Cacchio. Benigni può essere bravo e preparato quanto vuole (e sicuramente lo è) ma, per me, con quella faccia e quella voce, è il solito mattacchione (che odio) che fa battute. Nella “vita è bella” (indubbiamente un bel film), per me, era sempre e solo Benigni, con la sua faccia e la sua voce, e quindi non mi è piaciuta la sua interpretazione.



Non so se sono riuscito a esprimere il mio concetto.


Secondo me ognuno deve fare il proprio mestiere.

Ribadisco, tutti decisamente bravi!


Per la cronaca a Marco lo spettacolo è piaciuto anche se ha detto “la storia era un po’ datata... forse“.

Penso passeranno altri 25 anni prima che io torni a teatro.








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3 Comments:

Blogger Icaro said...

Magari invece che aspettare altri 25 anni, la prossima volta potresti andare a vedere il teatro VERO e non questi spettacolucci dove tira più l'attore protagonista per la fama che ha in tv piuttosto che il regista.
Per fare un pò il campanilista, perchè non vedi qualcosa della bravissima e sicilianissima Emma Dante, se capita a Genova?
E' solo un consiglio. E' davvero un peccato rinunciare in toto ad una forma d'arte tanto bella come il teatro.

sabato, marzo 24, 2007 6:55:00 PM  
Anonymous Anonimo said...

Non ti smentisci mai... il tuo stile inconfondibile... personalmente adoro il teatro e sarà un annetto che non ci vado ma è sempre una grande emozione...
buona giornata
Francesco pi

lunedì, marzo 26, 2007 9:19:00 AM  
Anonymous Anonimo said...

giovane? hihi

lunedì, marzo 26, 2007 7:40:00 PM  

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