lunedì, aprile 23, 2007

L'EDITORIALE DI LUCA


La nascita del PD è sicuramente una grossa novità nel panorama della politica nostrana.

La settimana scorsa, con un azzardo,
Paolo Mieli, sul Corriere della Sera, ha paragonato questo nuovo soggetto al Partito Democratico statunitense. E’ classico del Direttore spararle grosse e la ormai famosa presa di posizione prima delle ultime elezioni politiche, che gli costarono parecchi lettori in meno, è lì a dimostrarlo.

Non c’è dubbio però che finalmente qualcosa si è mosso.

Quanto quest’avvenimento porterà a delle novità, non è dato al momento sapere. Ho colto nel linguaggio di Fassino ancora troppo passato (“compagni, compagne, uomini, donne”) retaggio di un modo antiquato di approcciare gli elettori. La scissione che è avvenuta con i dissidenti di Mussi non è poi da sottovalutare. Dall’altra parte, Rutelli, ha sicuramente usato un linguaggio più moderno ma ha fatto troppi distinguo (valga per tutti “nel, con” riferendosi al partito socialista europeo) che la dicono lunga circa la reale volontà di amalgamare i due ormai ex partiti (DS-Margherita) e in ogni caso aver permesso ad un De Mita, ad esempio, di salmodiare all’importante assise è sintomo che anche qui il passato fa fatica ad andarsene.

Per ora i sondaggi (ma sono solo sondaggi) non accreditano molto futuro a questa nuova creatura. Vedremo cosa succederà perché una cosa è votare partiti alleati ma ben distinti e distanti, un’altra è votare un unico partito e non so francamente quanto gli italiani siano pronti a far ciò.

L’essere al governo, questo Governo, non aiuta di certo (almeno per il momento). L’aver però (finalmente) riconosciuto Berlusconi (applausi e scorta dei camalli livornesi compresi) come avversario politico e non come male assoluto è un segno del cambiamento.

Auguri dunque, perché è importante che qualcosa inizi a muoversi in questa politica “de noartri”.

Luca

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