giovedì, febbraio 16, 2006

Anche questa è ignoranza


Ieri abbiamo vinto la quarta medaglia (bronzo, nello slittino) alle Olimpiadi invernali.

I nomi dei due atleti sono praticamente impronunciabili: Gerhard Plankensteiner e Oswald Haselrieder (confesso li ho copiati da internet).

I due, oltre ad avere questi strani nomi, hanno anche una parlata assai strana.
Ricordano un po’ il Papa, con una differenza: questo ultimo è tedesco e parla molto bene la nostra lingua; loro, invece, sono italiani e non sanno articolare un semplice discorso di ringraziamento nella lingua nazionale.

Ha suscitato, poi, scalpore quando alla domanda “perché non hai cantato l’inno italiano?” Plankensteiner ha risposto“non conosco questa canzone.”.
Tutti a polemizzare perché ha definito l’inno una semplice canzone chissà, con quali intenti di secessione altoatesina.

A mio, modesto, modo di vedere la questione è molto meno complessa.

Semplicemente, l’uomo, ignora (e questo, si, lo trovo gravissimo) la parola inno e non sapendo che pesci pigliare ha tirato fuori il termine più semplice che gli poteva venire in mente: canzone.
Siamo di fronte, insomma, ad un ennesimo caso d’ignoranza lessicale.

Ci siamo mai chiesti quanti, in Italia, parlano realmente italiano? Intendo la normale parlata (volgare si diceva un tempo) non certo quella più articolata, più forbita?

Luogo comune vuole che al sud si usi più il dialetto che la lingua madre.

Girando parecchio posso testimoniare che le regioni dove si parla realmente e normalmente in italiano sono pochissime, si contano sulle dita di una mano: Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana e in maniera più o meno (forse meno) uniforme Sicilia. Per il resto è tutto un fiorire di lingue locali. I veneti non li fai parlare italiano neanche se piangi, a Roma e dintorni se parla romanesco o bburino, non parliamo di Napoli e provincia. Insomma, ovunque si vada, fatte le debite eccezioni, è una tragedia.

Alla fine della favola, sono grandi campioni e siamo fieri di loro…quanto a studi…sarà per un'altra volta.



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1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Io sono assolutamente d'accordo con te.
Quasi ovunque si parla in dialetto o in qualche altra misteriosa "lingua locale" e ne vanno anche fieri!
Non che io abbia qualcosa contro i dialetti, ma penso che fondamentale sia la conoscenza della lingua italiana prima di un qualsiasi dialetto. Vero è che li stiamo perdendo, che ne va delle nostre tradizioni e bla bla bla.... Però credo sia importante potersi relazionare con chiunque s'incontri dello stivale con un'unica lingua, che in definitiva è la nostra e sola lingua italiana che in tanti invidiano.
buon week end, bellissimo
Animadivelluto

venerdì, febbraio 17, 2006 12:46:00 AM  

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