Treviso
Del triangolo PD-VE-TV quella che più mi ha deluso è proprio l’ultima: Treviso.
Avevo visto in TV un servizio che riguardava questa cittadina, chiamarla città (come fecero allora) mi sembra esagerato. Veniva definita un piccolo gioiello appena ristrutturato e un luogo a portata d’uomo.
Convinto di veder chissà quali meraviglie mi sono dovuto ricredere.
Tra le cose che ho notato ma che non fanno certo notizia, i molti monumenti ai caduti .
Di tutti i tipi: del lavoro, della guerra (della prima e della seconda), dei caduti in montagna, ecc.. Quello più strano, fuori luogo, se vogliamo, posto, tra l’altro, in una viuzza secondaria, quello dedicato ai caduti in mare (una enorme ancora con targa). Non per la sua fattezza ma perché da qui il mare dista parecchi chilometri. Misteri.
L’unico luogo, a mio avviso, degno di nota il mercato del pesce. I banchi destinati alla vendita, sono posti in una piazzetta che, a sua volta, si trova al centro di un grosso ruscello (assai simile ai navigli di Milano) e per raggiungerla, dai due lati opposti, dei ponticelli a mattoni con ringhiere in legno. Il tutto incassato tra le case. Spicca inoltre, la presenza di un grosso mulino ad acqua funzionante; purtroppo, semi nascosto da un orribile porticato in cemento armato (complimentissimi).
La cosa che però più mi ha impressionato è il silenzio. Troppo silenzio, non ci sono abituato.
A “sentirlo” bene però, questo silenzio, da fastidio. E già perché, non è come quello che apprezzi quando sei in alta montagna o in mezzo al mare. No, no. Questo silenzio qui, è strano.
Qui la gente non parla, sussurra. Non ride, sorride. I bambini non urlano, stanno zitti. Ma si può? Già tutti piccoli ometti e damigelle (porelli/e).
Miiii che palle! Ma come fanno a vivere così? Nooo io proprio non potrei.
Persino le macchine e gli autobus transitano in silenzio sul selciato. Sembrano avere le gomme rifasciate, come si faceva un tempo con gli zoccoli dei cavalli per non svegliare il signorotto della tenuta.
Zitti, zitti un attimo? (Luca, ci prendi per il culo, hai appena scritto che non vola una mosca).
Dietro l’angolo sento ridere e schiamazzare…a ma allora non sono tutti così…ecco stanno arrivando: E BELINNN sono il solito gruppo di giapponesi con le loro digitali.
Ragazzi, che palle deve essere vivere qui!
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3 Comments:
Non ci vivrei mai a Treviso...
che noia..
saluti
FRANCESCO
Caro Luca,
mi vergogno a dirlo ma non ho capito le allusioni tue e di Marco su Rocco Siffredi...
mi mandi una mail a francescody@hotmail.com
per delucidazioni? :-)
saluti
FRANCESCO PISA
Sicuramente per conoscere un posto bisogna viverlo (la mia è solo la prima sensazione). Ogni tanto bazzico in zona Padova quindi, accetto volentieri il tuo consiglio per i locali serali...
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