Di apostrofo Alema
L’uomo del giorno è sicuramente Massimo D’Alema.
Da tutti definito uomo antipatico e politico accorto e raffinato. Sono invece convito dell’esatto contrario. Molto più simpatico di quello che appare, molto meno capace politicamente parlando.
Da Presidente della Bicamerale, da Presidente del Consiglio e ora da aspirante Presidente della Repubblica, pecca di ingenuità. Ogni volta, non ha avuto e non ha il coraggio, come dico sempre riferendomi al gioco del monopoli, di passare dal via e cioè, presentandosi davanti al Popolo sovrano magari, provando un po’ a rischiare come si conviene ad uno statista o aspirante tale.
Lo dico nel bene o nel male senza voler entrare nel merito puramente politico di parte. Una riprova l’ho avuta ascoltando questa mattina Plug & Play. Alla domanda di Tom e Lor sul gradimento di D’Alema al Quirinale, una valanga di SMS lo hanno cassato.
Politicamente parlando, invece, è chiaro che la maggioranza ha un problema di posti da assegnare. Le poltrone che contano sono poche e gli aspiranti sono tanti. Sia chiaro, succederebbe la stessa cosa a parti invertite con la differenza che a destra sono molto meno quelli da accontentare.
Una poltrona ai vertici delle Istituzioni resta per un’intera legislatura, quella di un Ministro o di Sottosegretario può saltare in qualsiasi istante.
Non è un caso che Bertinotti è alla Camera, Marini al Senato, Fassino non ha intenzione di entrare nel Governo (una volta Ministro, in caso di caduta del Governo non potrebbe tornare a fare il Segretario del Partito e rimarrebbe fuori dai giochi). Certo poi c’è Mastella, sicuro Ministro della Difesa, che si accontenta da buon democristiano (fino all’atro ieri voleva appoggiare dall’esterno il Governo, ieri sera su La7, ospite di Ferrara, forte del prossimo incarico, diventato improvvisamente strenuo difensore della candidatura del Massimo nazionale alla carica più alta e prestigiosa) .
Per quanto sopra, ci sarebbe di mezzo un piccolo fattarello da tenere in considerazione ma pare che non interessi a nessuno. Dalle recenti Elezioni, la Nazione è uscita divisa esattamente a metà, “popolanamente” parlando e mettere un D’Alema (come dall’altra parte un Letta) a Presidente della Repubblica non mi pare proprio la soluzione più equa.
Vedremo. Personalmente penso che un D’Alema al Quirinale sarebbe molto più deleterio per Prodi che per Berlusconi… lo sgambetto del 1998 al Professore non fu un caso e al di là della facciata, è risaputo che tra i due non scorra buon sangue.
Il bello comunque verrà dopo quando bisognerà governare. Al Senato il regolamento prevede la possibilità che l’opposizione possa chiedere la verifica del numero legale ogni volta che lo ritenga necessario. Nella scorsa legislatura è stata chiesta 8.000 volte e per ben 1.100 le sedute sono state sospese ritardando a dismisura i lavori. E’ pensabile che nei prossimi cinque anni, con i numeri risicati che ha la maggioranza, saranno tutti presenti e puntuali alle sedute? Sempre tutti in perfetta salute? Nessuno ad abbuffarsi alla buvette? Non scherziamo. Forse all’inizio sarà così ma non dimentichiamoci di una cosa: destra, sinistra, centro sempre Parlamentari sono.
Buon fine settimana a tutti.
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1 Comments:
Sempre acuto, fine e preparatissimo commentatore politico.
Marco
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