martedì, aprile 25, 2006

Cronaca di una giornata difficile


Secondo T-LA… come chi è T-LA? Dai non scherziamo? Veramente non sapete chi è?… aaa volevo ben dire.

Dicevo, secondo T-LA, 39 milioni di italiani sono via per il ponte del 25 aprile. Di questi 20 milioni sono nelle città d’arte… già … i restanti 19? Almeno ieri, si trovavano a Genova.


Come dite? Per visitare l’Euroflora e l’acquario?… Illusi, erano tutti in ceca di parcheggio.

La mattina del 24 inizia già di merda. L’AMT, l’Azienda che gestisce il trasporto pubblico e il Comune rosso-verde - che ogni 3 x 2 ti invita a lasciare l’auto a casa e prendere il bus - decidono, per affrontare l’orda di barbari che giungeranno in città, di adottare l’orario del sabato per autobus e metrò. Che bella pensata. L’orario del sabato in un giorno feriale di lavoro è il massimo della vita. Tra un gomito del vicino piantato nello stomaco e i capelli, rigorosamente e rigogliosamente rasta, di colui che mi si para davanti, in bocca, giungo in ufficio con 20 minuti di ritardo.

Alle 12.30 (per la precisione 12.25, con un piccolo anticipo sul normale orario) esco di corsa dall’ufficio e mi reco al capolinea del 30 per andare a casa. Sorpresaaa, il bus non c’è. Tra le imprecazioni corro nella via parallela per prendere un qualsiasi bus che mi avvicini a casa. Arriva l’1, cavolo sono fortunato, salgo e taaac subito fermi in un ingorgo di pulman, auto, moto. Mezz’ora per fare un percorso di 5’. Giunto, a fatica, a soli 2 Km dall’ufficio sale il controllore: “Signori! Gli autobus sono impossibilitati a proseguire causa il caos provocato dalle auto private e pulman di visitatori di Euroflora e acquario… si scende qui”.

Ma porc e adesso?… idea prendo il metrò. Non mi serve per andare a casa ma almeno mi avvicino. Già, un’ideona. Il problema è che l’abbiamo pensata in 4.000. Naturalmente con l’orario del sabato, che qui viene chiamato “sabatale” (ma esiste veramente questo termine nel vocabolario? Mah!), di metrò manco l’ombra. Dopo minuti interminabili ecco avvicinarsi la sagoma del treno, sarà mica un miraggio? No è proprio lui. Si ferma. Ha inizio la tregenda. Urla, calci, spinte, imprecazioni, liti… in qualche modo si riesce a ripartire… da quando una metropolitana viaggia come un tram? 20’ per un percorso di 8 in condizioni vomitevolii. Finalmente si aprono le porte e come per effetto di una forte pressione dall’interno (tipo tappo dello spumante) masse di gambe e braccia vengono schizzati in un groviglio verso le scale mobili. E’ una corsa alla sopravvivenza, abbiamo tutti bisogno di aria.

Finalmente fuori. Si respira. I polmoni gradualmente riprendono ad espletare la loro normale funzione.

Rimane solo una piccola questione sono ancora distante una mezz’oretta da casa (si, ma tra curve salite e discese). Altra attesa, tanto c’è il “sabatale”. Finalmente ecco il 34. Altro giro, altro regalo. Botte da orbi per salire. Tra vecchi, donne incinte e paralitici (belin però se hanno forza quando si tratta di accalappiarsi un posto a sedere) riesco a rannicchiarmi vicino alla porta. Per tutto il viaggio, a ogni fermata, bum la porta mi da uno scrollane equivalente ad un gancio di un pugile. Dopo 10 fermate, sono arrivato. Scendo barcollando e con la vista annebbiata per la strenua lotta che ho avuto con la porta. Attraverso la strada tra infiniti serpentoni di auto e di automobilisti inferociti in coda da chissà quante ore.

Entro in casa, mi butto sotto la doccia per riprendermi, mangio un boccone e… cazzo in ritardo di 20’. Non me la sento di affrontare un altro camel trophy. Prendo l’auto. A tutta velocità… ma dove?… a tutta lentezza mi dirigo verso l’ufficio. Finalmente arrivo. Parcheggio… si ma dove? Non posso prendere una multa, sarebbe la terza in meno di un mese. Torno sui miei passi (tra poco arrivo sotto casa) ecco un buco… lo abbiamo visto in due in contemporanea… è una Lei… cavalleria vorrebbe… mancooo mortooo… bastarda sarai te e tutte le… scusa bella ma oggi vince il più forte… parcheggiato!

E lo chiamano ponte del 25 aprile? Ma andate tutti a prendervelo nel c…biiip


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2 Comments:

Blogger mark ge said...

ahahahhaahhahahahhahahaahahahhaahhah
Troppo ridere:-)
6 Un mito quando racconti queste storie di vita vissuta...
Il fatto è che sembrano quasi finte tanto le racconti bene .....
Invece purtroppo è tutto vero!! Confermo!
Andate tutti a prendervelo nel c...bip!

martedì, aprile 25, 2006 10:35:00 PM  
Anonymous Anonimo said...

ahahahahahah
Anche io mi sono divertita da morire a leggerti! Non è che preso dalla rabbia sei tu l'assassino del vicolo?
Un abbraccio
Sonia

domenica, aprile 30, 2006 12:08:00 PM  

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