venerdì, agosto 11, 2006

Chiuso per ferie



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giovedì, agosto 10, 2006

Chiuso per ferie


E finalmente si chiude… per ferie.

Era ora! Non ne potevo più (parlo del lavoro non del blog).

Spero che tutti Voi possiate trascorre i giorni di vacanza in serenità e tranquillità.

Divertitevi, ballate, nuotate, camminate, mangiate senza pensare a nulla… insomma fate ciò che più vi aggrada.

Ci rivediamo a settembreee… ciaooo!


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mercoledì, agosto 09, 2006

"L'ANGOLO DELLE NOVITA'"


Ieri la Lega Calcio si è data un nuovo Presidente è Antonio Matarrese.

Complimentissimi! Il nuovo che avanza.

Nulla contro la persona sia chiaro ma ancora una volta si cambia per non cambiare nulla, quantomeno a livello d’immagine.

Sempre le stesse faccie, sempre le stesse persone che girano. Mah!

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martedì, agosto 08, 2006

Epoca romana


Il “Romano” c’è o ci fa?

La notizia di ieri è che nei primi sei mesi dell’anno le entrate dell’erario (le tasse) sono più che raddoppiate.

Subito la sinistra si è presa il merito. Un “Romano” ebbro di gioia ha dichiarato: “hanno capito (riferendosi agli italiani) che il vento è cambiato e che non si fanno più condoni e quindi l’unica alternativa è pagare le tasse”.

Quando parla ci crede davvero a quello che dice?

Basta fare due conti per capire che il bla, bla, bla “Romano” è fuori “dai tempi”.

Siamo andati a votare alla fine di aprile e il nuovo Governo si è insediato alla fine di maggio i primi provvedimenti presi (e subito parzialmente rivisti, tassisti e farmacisti docet) sono stati alla fine di giugno. Quindi, di che parla?

Capisco che debba galvanizzare in qualche modo quello sparuto gruppo che gli crede ancora. La situazione però non è così rosea. Già dopo le elezioni abbiamo visto che il popolo italiano, che tutto intero doveva votare a sinistra, era in realtà solo la metà. Adesso, a sentire i discorsi della “ggente” per strada, in metrò o al mare, quella metà si è ridotta ad un quarto.

Per chiudere: se quello di Berluska, a torto o a ragione, era considerato un regime, questo come possiamo definirlo?

Sette fiducie in 72 giorni (Berluconi 46 in 5 anni), colpa degli emendamenti presentati dall’opposizione o della sua non maggioranza? , obbligo delle banche a fornire in maniera retroattiva, dal 2005, i dati dei conti correnti di ognuno di noi (non lo facevano in URSS?), porte aperte agli immigrati (quando tutta Europa le sta chiudendo) e dimezzamento per la richiesta di cittadinanza con conseguente diritto di voto (stanno cercando di sostituire i nostri di voti?), commissioni esterne per gli esami di maturità (ma come non era un cavallo di battaglia della sinistra avere tutti membri interni agli esami?), indulto generalizzato senza nessun controllo (vero, lo ha votato i 2/3 del Parlamento ma spetta a chi Governa controllare che venga eseguito in maniera corretta).

Per fortuna sono arrivate le ferie… per la politica.


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lunedì, agosto 07, 2006

Dal medico 2


Questa mattina sono tornato del medico per accertarmi che l’otite (vero, non vi avevo detto cosa avevo ma non è che debba scrivere proprio tutto e comunque adesso lo sapete) sia passata definitivamente.

Sicuro di trovare la solita folla di anziani apro lentamente la porta dello studio e… la solita folla di anziani in servizio permanente effettivo è al suo posto (meno male, almeno una certezza in questo mondo instabile). Guardo e riguardo gli astanti mentre chiedo “chi è l’ultimo?”. Stesse identiche persone, per giunta sedute nella stesse seggiole, di lunedì scorso. Uaooo un’altra bella mattinata da passare in attesa (sala d’).

Verso le 10.00 giunge una signora di mezza età. Entra e senza neppure salutare grida:

“eee ma che puzza che c’è qua dentro, odoreee di chiuso, puzza di vecchiooo, siete mattiii?”

Subito si butta sulle finestre e le apre tutte creando una corrente esagerata.

La signora seduta all’angolo interviene:

“Signora… c’è l’aria condizionata se apre le finestre fa entrare il caldo”

L’altra ribatte: “eee ma qui c’è puzza di vecchioo, è uno schifooo, questa è puzza di vecchiooo, vecchiooo, vecchiooo”

Per un attimo tutto sembra tornare alla normalità. Nessuno fiata. Ad un certo punto però la signora seduta all’ angolo (evidentemente ci ha rimuginato sopra) sbotta:

“vecchiaaa a chiii, rimbambitaaa, chiii si crede di essereee, è arrivata a fare la padronaaa, che cazzo vuoleee (uaooo), se ne vadaaa”

“nooo io non me ne vadooo… e qui c’è puzza di vecchiaaa” (qui si è fregata)

“mi da ancoraaa della vecchiaaaa… bastardaaa… vadaaa viaaa”

La diatriba va avanti un cinque minuti tra l’imbarazzo dei presenti fino a quando, decido di intervenire:

“La finiamooo, ma non ci andate maiii in ferieee? Dovete venire a rompere le balle proprio qui?”

Il resto della mattinata è trascorso in silenzio o al limite con lievi sussurri… beata gioventù


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giovedì, agosto 03, 2006

Oggi le comiche

Da lunedì scorso via delle Fontane è stata chiusa al traffico per lavori. In conseguenza di ciò, autobus e auto sono stati dirottati nella stretta via Balbi. Il caos è indescrivibile e le lunghe code si sprecano. Succede ora, in agosto. Cosa accadrà a settembre con le scuole? Vedremo.

Per quanto sopra ho dovuto inventarmi un intinerario alternativo. Ho studiato un po’ e ho trovato la soluzione. Giunto in piazza Manin con il 49 in partenza da casa alle 07.55 mi trasferisco sul 36 in partenza dal capolinea alle 08.07. Scendo in piazza De Ferrari mi reco nel sottostante metrò in partenza alle 08.17. Arrivo a Dinegro alle 08.27 esco dal metrò, prendo il primo bus diretto verso Sampierdarenna e in men che non si dica sono in ufficio. Puntale, rilassato e senza sbattimenti.

Oggi no. Non è andata proprio così.

Giunto al metrò di De Ferrari il tabellone luminoso indica: “prossima partenza tra 18 minuti ore 08.31”.
Come 18 minuti? E quelli in partenza alle 08.17 e 08.24? Dove sono finiti? Scendo al mezzanino dove trovo uno sparuto gruppetto di persone intenti a contemplare un altro display dove si indica prossima partenza tra 16 minuti. La “ggente” è stranita, incredula il proprio treno da un giorno all’altro è sparito. Non sa come spiegarselo ma nessuno fiata.

Decido di scendere al binario 2 dove di solito parte il treno delle 08.17. Giuntovi mi accorgo che al binario 1 è pronto il treno delle 08.17, mancano pochi secondi. Inforco le scale di corsa, scivolo ma con un potente colpo di reni (vedi che la palestra serve anche a 40 anni, anzi soprattutto a 40 anni) mantengo l’equilibrio giungo al mezzanino, grido “parte dal binario unooo”, lo sparuto gruppetto di “ggente” contemplante il display, che nel frattempo era diventato piuttosto consistente, mi segue a rotta di collo giù dalle scale, ci rotoliamo verso il binario ma… il treno è già solo un puntino in fondo alla galleria. “Porcaaa tr…(bip, bip, bip, tanti tanti bip)”

Pazienza. Il display indica che tra 6’, sempre su questo binario, partirà un nuovo treno. Attendiamo fiduciosi. Passano i lunghi, lunghissimi sei minuti e arriva un treno. Si, arriva ma sul binario 2. “Nooo” è il coro unanime degli astanti. Altro giro altro regalo. Tutti di corsa su dalle scale, curva al mezzanino con numerose spallate e conseguenti contusioni sul muro maestro, giù all’impazzata dalle scale verso il binario, scontro frontale con i passeggeri in arrivo con il metrò, gambe e braccia in un attorcigliamento generale, spinte, insulti e finalmente “tuttiii in carozzaaa”. Fiuuu, appena in tempo, siamo riusciti a salire… tutti. No, forse la vecchina, laggiù, è rimasta ansimante sulle scale dell’altro binario… povera donna. Per fortuna Lei ha più tempo di tutti noi… almeno credo.

Dulcis in fundo. Giunto alla fermata di Dinegro esco dal metrò. Davanti mi passa il 30 che mi porta in ufficio. Naturalmente perso per un pelo. Arriva il 7, mi accingo a salire ma l’autista distratto… booom specchio retrovisore destro contro il bus fuori servizio davanti. Cinque minuti persi in attesa che gli autisti riuscissero a rimettere in funzione (non ci sono riusciti) lo specchio scivertato.

Sono le 08.50 sono arrivato in ufficio… 20’ di ritardo, non male per uno che si è alzato alle 06.57.

Andate tutti a bip, bip, bip (i lettori sono ovviamente sclusi).


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martedì, agosto 01, 2006

Dal medico


Se qualcuno (io per primo) si è illuso che la maggior parte de la “ggente” sia partita per le tanto sospirate vacanze si sbaglia di grosso.

Lunedì 31 luglio, 08.30 del mattino. Apro la porta della sala d’attesa del mio medico (convinto che non ci sia praticamente nessuno, anzi quasi quasi sono indispettito perché fino alle 9 the doc non arriva e io che ci faccio lì tutto solo soletto?) e una marea di “ggente”, tutti rigorosamente e rigogliosamente anziani, affollano lo studio.

Non dovrebbero stare chiusi a casa o in campagna perché fa troppo caldo? Ma a che ora sono arrivati? Ok, da vecchi si dorme poco… arrivare alle 7 per essere visitati alle 9 mi sembra però eccessivo… sono fuori? E lo vengono pure a raccontare… mah!

Bello che avevo telefonato in ufficio dicendo che avrei ritardato una mezz’ora. Sono uscito dallo studio che scoccava il mezzogiorno… di fuoco.

Interessanti i discorsi che si sentono in una sala d’attesa medica, quando esci ti senti male per forza e poco ci manca che ti ricoverino. Cisti, calcoli, dolori in ogni dove, tutti ma proprio tutti, fanno a gara di chi ha la malattia, vera ma soprattutto immaginaria, più grave.

Ho quasi l’impressione che i giovani siano partiti per le vacanze e abbiano lasciato i genitori anziani da soli in città. Questi, non sapendo che fare e soprattutto con chi parlare, si recano dal medico e un po’ con il vicino di seggiola un po’ con il dottore si passano la giornata.

Togliamo il quasi, è proprio così… sigh!



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