martedì, febbraio 28, 2006

Alle poste


Dopo tanto pensare, dietro (anche) consiglio di BastaEssereFelici e dopo aver costatato che il codice non prevede sottrazione di punti per questa infrazione, ho deciso di pagare la multa presa nel giorno della sfiga (venerdì 17).

Di buon’ora (veramente erano le 11.00) sono andato alla posta di p.zza del Monastero (fondamentale saperlo).

Entro nel salone delle feste…ma non era la posta?…dall’aspetto sembra tale…mille luci colorate e lampeggianti, libri, dischi, CD e varia umanità.

Pigio il bottone per prendere il biglietto, anzi ticket come si dice ora, ed esce il tagliandino.

L077

Che stranezza di numero? Mai successo. Controllo nel caso in cui abbia pigiato il tasto sbagliato. No, no sul tagliando c’è scritto bollettini/conto correnti. Usciranno personalizzati con la sigla del proprio nome? Mah!

Mi metto in fila…in fila? Ma se sono solo ai conti correnti.

Tre sportelli aperti. Gli altri devono essere finti, tipo quelle finestre disegnate nei palazzi antichi. Attendo il turno. Sul tabellone tutti i numeri sono preceduti dalla lettera A…il mio è con la lettera L…mah!

Ecco, si libera il primo sportello…mi preparo…sto per scattare…il numero lampeggia: A133.

Direttamente dall’emettitrice una signora urla “eccomiii” e a passo di corsa, stile bersagliera dopo una caduta, deraglia sullo sportello e dice: “neanche il tempo di prendere il biglietto”, signora, ticket come si dice ora, “che già tocca a me, sono proprio fortunata oggi”.
Penso: sarà pure fortunata (Lei) però ci sarei io, prima. Sto cazzo di L077 ma che è? Porterà sfiga come la multa? Aspetto fiducioso.

Secondo e terzo sportello si liberano in contemporanea. Ooo bene ora mi tocca. I numeri lampeggiano A134, A135 le due “postali” iniziano ad urlare “NON C’E’ NESSUNO CON QUESTI NUMERIII”?

Tutti tacciono…per forza in coda (in coda?) ci sono solo io. Le due continuano a far lampeggiare i numeri A136, A137, A138…ma sono sceme? Non vedono che non c’è nessuno? E urlano…”CON QUESTI NUMERIII”?…ma son fuori?

Al ‘A141 mi faccio avanti, presento il biglietto, anzi ticket come si dice ora, e la tipa (ma perché le impiegate della posta hanno sempre la voce “nasaldiaframmale”?) urla (vedi BastaEssereFelici, non sono solo i camerieri ad urlare) “E LEIII CON QUEL TICKET LI’ DOVE CREDE D’ANDAREEE? NON SI’ E’ MAI VISTO UN BIGLIETTO CON LA SIGLA L...NON VA MICA BENE SAAA”.

“Immagino, signora ma è uscito così”

“A SIII (ma perché continua ad urlare?) E MA ALLORA E’ ROTTO IL SISTEMAAA.
CARLAAA CARLAAA (ma la sua collega è ad un terminale di distanza, perché urla?) S’E’ ROTTO IL COMPUTER QUI NON FUNZIONA PIU’ NIENTEEE”.

E Carla: ”UUU MAMMAA MIAAA S’E’ ROTTO TUTTOOO, TUTTOOO, TUTTOOO.
Ma che è? Sono tutte sorde? Perché urlano? Sono finito in una candid camera? Siamo a Mergellina? Ma che è sta sceneggiata napoletana?

Mentre cerco di capire come uscire da questa situazione la tipa si gira e mi dice (calma e tranquilla): “sembra di stare alla lotteria con tutti questi numeri solo che qui non si vince niente” e scoppia in una mega risata AH AH AH.

“Vabbè già che è qui, cosa deve fare? Per questa volta lascio correre e la faccio passare”
Faccio per replicare (tra l’incazzato e il disorientato) apro bocca e lei: “ NO, NO non mi ringrazi…sono 36 euro”.

Pago e vado via senza proferir parola.

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lunedì, febbraio 27, 2006

Carnevale



Se mi volto, mi rivedo vestito da zorro, poi da piccolo cinesino e infine da principe azzurro. Tutti insieme appassionatamente nei parchi di Nervi tra mille maschere a rincorrersi.
I coriandoli, le stelle filanti. Quando sei piccolo il carnevale ti sembra una di quelle feste bellissime alle quali non puoi assolutamente rinunciare.

Poi cresci e ben presto, giusto il tempo di arrivare alle medie, non ti mascheri più (troppo ometto) e sostituisci i coriandoli con la schiuma da barba. Con il fiammifero sciogli la plastica del beccuccio in modo tale da far uscire un bello spruzzo. Come d’incanto diventi l’eroe dei tuoi amici e l’incubo delle tue compagne di classe.

Poi inizia la fase del nulla, siamo in zona superiori, la festa ti sembra sempre più stupida, insulsa, inutile. Anzi a pensarci bene lo è. Passi anni senza curartene.

Improvvisamente, intorno ai 22/23 anni, i tuoi amici ti dicono: stasera c’è una festa mascherata in disco, ci andiamo? Ma certooo. Riesumi la divisa da marinaio (quanto ero fico con quella) e vai a fare il coglione in discoteca assieme, manco a dirlo, ad una miriade di altri coglioni barra coglione. La parità dei sessi, in questi casi, è sicura.

A 25 la fidanzata ti dice: domenica dobbiamo andare assolutamente a vedere il carnevale a Viareggio. Tutte le mie amiche ci sono state e io?…non posso fare la figura di quella che…ti pregooo…SIII, HO CAPITO, OK A M O R E domenica andiamo. Naturalmente la sfilata si rivelerà pallosissima…pure lei è pallosa quel giorno…che strano.

A 26 la fidanzata ti dice (eppure non è quella dell’altra volta) domenica dobbiamo andare assolutamente a vedere il carnevale a Nizza. Tutte le mie amiche ci sono state e io?…non posso fare la figura di quella che…ti pregooo…OK A M O R E RECEPITO domenica andiamo. Passato un anno e cambiato fidanzata ma che palle nuovamente.

A 27 la fidanzata (ma le altre due dove sono finite?) non ti dice nulla e Tu hai la brillante idea: andiamo due giorni a Venezia a vedere il carnevale? Lei: non ci penso proprio, tutto quel casino, le maschere, camminare a piedi per ore e poi le mie amiche ci sono state (scommetto che si è messa d’accordo con le mie ex) e mi hanno detto che fa schifo e…E CHE PALLEEE OK non andiamo.

A 30, da single (e per almeno i 5 anni successivi), parti con il tuo migliore amico e vai in Spagna. El carnaval de Sitges è il migliore tra tutti quelli europei. In stile Rio de Janeiro con i carri, le sfilate per ore intere, la musica a tutto volume, il casino. Trombi come non mai (ops, questa mi è sfuggita) e torni a casa felice e contento.

Poi anche quello diventa monotonia (non il trombare sia chiaro) e torni nel mondo dell’oblio. Il carnevale torna una festa insulsa.

A 39 ti chiedi: ma il carnevale chi lo ha inventato?…meno male domani finisce.

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sabato, febbraio 25, 2006

Anche questa è arroganza


E bravo Giorgio.

Dopo due giorni passati a farsi intervistare e a dichiarare a destra e a manca: “sono gli altri a dover avere paura di me”, “sono il più bravo”, “quanto mi faccio paura da solo”.

E’ CADUTO!

A soli 33 secondi dalla partenza.

E’ bello e giusto caricarsi in vista di una gara, soprattutto se olimpica.

E’ brutto e deleterio farlo in pubblico e davanti alla TV.

Caro Rocca, ci si “incita” in privato (da soli) ricordando sempre l’unica regola d’oro dello sport: UMILTA’!…oltre, è solo arroganza.


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giovedì, febbraio 23, 2006

Boone


Questa settimana sono povero di idee.

Non so per quale motivo ma le notizie che ci vengono date sono (almeno per me) tutte pallose e poco interessanti. Nulla che mi colpisca: negativamente (ciò che preferisco) o positivamente.

Inoltre, anche la mia vita scorre normalmente senza che nulla turbi i miei pensieri anzi, a pensarci bene, non ho neppure pensieri. Siamo messi bene.

E allora che fare? Che dire? Soprattutto, che scrivere? Mah…

Vi parlerò di boone.

Il nome è stato dato da me e Marco (
www.ondeanomalenelweb.blogspot.com/) ad un tipo che viene in palestra perché, la sua forma fisica, ricorda una grossa boa. Non una boa come siamo abituati a vedere nei nostri mari ma una di quelle enormi che si vedono nei film e che sono poste nell’oceano Atlantico e/o Pacifico; di quelle che alla loro sommità hanno una campana che suona con l’aumentare del moto ondoso.

Il ragazzo (anche se è impossibile dargli un’età) solitamente indossa una canotta sformata di colore rosso vivo o giallo pallido e una specie di pantagonna (ma esistono ancora?) a stelloni che gli arrivano poco sotto il ginocchio. Completano l’opera calzettoni a righe stile Pippicalzelunghe, un paio di babbuccie modello Alibabà e occhiali alla Mondani anno 1973.

Lui fa solo spinning: “Vuoi mettere pedalare con la musica…altro che quei cacchio di pesi” è solito ripetere. “Che sodisfasione” (alla genovese) “quando hai finito ti senti così leggero”…sarebbe interessante sapere il parere della panca nello spogliatoio quando, finito l’allenamento, vi poggia con soavità, le proprie terga.

Il suo forte (a sentire lui) sono le imitazioni di Giampiero Galeazzi. Ogni due parole tira fuori (di spazio ne ha da vendere) la telecronaca della famosa Olimpiade con gli Abbagnale. Nessuno di noi ha ancora avuto il coraggio di dirgli che: primo quello che esce dalla sua bocca assomiglia più ad un rantolo di un cane bastonato e secondo, CI HA ROTTO IL….cavolo stavo per diventare scurrile (fermato appena in tempo).

Il meglio di sé, manco a dirlo, riesce a darlo quando parla di donne anzi, di “figaaa” (urlato, non ho capito il motivo) come ama dire lui. Ogni sera esce con una “figaaa” (urlato) diversa e sempre, appunto, “figaaa” (riurlato) anzi “troppo, troppo e dico troppo “figaaa” (urlato per la terza volta). Naturalmente ogni sera ci si accoppia (il termine ovviamente è mio ma si può facilmente intuire quello da lui usato). Tutte lo vogliono, tutte lo cercano e tutte lo adorano…ma allora perché l’ho beccato in giro (più di una volta) con il cane e basta?…oppure era il cane a portare lui?…Mah…sarà certamente un caso.

Infine, questa sera, l’apoteosi: si è presentato con i capelli tinteggiati (è il caso di usare questo termine) di rosso carminio…senza parole…adesso, caro boone, non assomigli ma sei, veramente una boa americana…din, din, din.

Chissà , magari domani ci ballerà il “triccheballacche”

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mercoledì, febbraio 22, 2006

Striscia...le carte








A differenza di BastaEssereFelici (www.bastaesserefelici.blogspot.com), il capostipite di noi “playblogghisti”, figli di Stefano Gallarini (stefanogalla.blogs.com), rimasto attratto dal petto di pollo di Sposini; ieri sera, la mia attenzione, è stata attirata da un servizio di Striscia la Notizia (www.striscialanotizia.mediaset.it).

Un Signore denunciava il fatto, di aver ricevuto una carta di credito emessa a suo nome, rilasciata da una ditta finanziaria dalla quale, anni prima, aveva ottenuto un prestito e/o finanziamento.

…“questa carta è arrivata in busta anonima…se andava persa? Se qualcuno la avesse usata a mio nome?...avrebbero potuto tranquillamente prosciugarmi il conto in banca”…

Giustamente (e ovviamente) Striscia, ci ha montato un caso sopra.

Tra le altre, ha denunciato, il formato mignon usato per stampare le clausole da sottoscrivere (denuncia sacrosanta).

Vorrei far però notare che la cosa, non è preoccupante come sembra o, almeno, non mi sembra tale.

E’ successo anche a me, di ricevere una carta di questo tipo, emessa a seguito di un finanziamento/prestito in occasione dell’acquisto del computer (passati anni luce, ormai).

Ovvio, se si attiva (tramite, comunque, una precisa procedura) saranno poi dolori, venirne eventualmente a capo qualora, ci si volesse sbarazzare di tale carta.

Nel caso in cui non si usi, lasciandola magari in un cassetto o, meglio ancora, buttandola (sempre tagliandola in due, mi raccomando) il fatto non sussiste e non si crea.

Alle volte vediamo complotti e truffe anche dove non ci sono; meglio, dove noi possiamo facilmente intervenire.

Resta alla fine indiscutibile un fatto: comunque la si veda, sono rotture di scatole e proprio su queste ultime, i “finanziatori”, fanno affidamento.


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lunedì, febbraio 20, 2006

Venerdì 17...io continuo a non crederci


Solitamente, si sa (non lo sapete? A ecco, è così che leggete i miei pezzi), vado a lavorare in autobus.

Questo mi evita ansie, stress e incazzamenti vari.

Inoltre, in bus, posso ascoltare la radio e in contemporanea, leggere. Qualsiasi cosa; basta leggere: riviste, libri, giornali.

Così non è stato venerdì scorso.

Dovendo partire subito dopo l’ufficio, direzione Milano, mi sono recato al lavoro in vettura.

Naturalmente, per una volta che vengo in auto, è subito tragedia parcheggio. Non trovo un buco neanche a pagarlo oro. Iniziano le imprecazioni. Lo stress si accumula.

Dopo 4 giri dell’isolato, a vuoto, decido di parcheggiare in divieto di sosta.

La cosa non mi piace. Io, sempre ligio e attento a queste cose, mi metto ad infrangere il codice? Non sia mai.

Cavoli sono già 15 minuti che giro e non trovo nulla. L’orologio del cartellino non ammette scuse.
“Dai su, se multano te devono multare tutte le altre…sono troppe e poi qui non ho visto passare mai un vigile…coraggio…poi la tua è all’inizio del divieto…non da fastidio per niente…devi lasciarla solo tre ore…vuoi che passino proprio oggi?”.

“OK e sia, la lascio!” Bisogna essere uomini in certe situazioni.

Alle 17.30 esco dal lavoro e mentre mi avvicino alla macchina, un lampo nella mia mente:
Oggi è “venerdì 17”…vuoi vedere…figurati…non ci credo a ‘ste panzane.

NOOO

Sul parabrezza sventola il classico foglietto.

Ebbene si, 35 euro, codice 09: grave intralcio alla circolazione.

Porti sfiga o meno, il 17, venerdì, mi ha colpito…no non è vero, sono io il belinone.

EPILOGO

Ora chi lo sente il mio collega Massimo? Sai le risate che si fa. Solitamente è lui a prendere multe...e io a rimproverarlo.

Cosaaa? Questa mattina hai pagato multe in arretrato per euro 400,00?

...Max, piangi che è meglio...il belinone sei tu.

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venerdì, febbraio 17, 2006

Libri


Finalmente, ieri sera, ho terminato di leggere “L’ultimo segreto di Da Vinci”.

Erano tre mesi che avevo questo libro sul comodino.

Il motivo della lentezza con cui l’ho letto è da ricercarsi, non tanto nella storia in se ma nella difficoltà che ho riscontrato a leggere la parte centrale. Non molto scorrevole. La lettura è avvenuta quindi, per tempi lunghi.

In ogni modo, nel complesso, questo romanzo di Angel Gutiérrez e David Zurdo è un bel libro.
Si racconta la relazione che c’è, o meglio, ci sarebbe stata, tra Leonardo da Vinci e la Sacra Sindone; Il tutto, condito da una serie di misteri.

E’ tutto un susseguirsi di riferimenti storici e di personaggi più o meno conosciuti e famosi.

I capitoli alternano il passato al presente sviluppando una storia abbastanza avvincente.

Nel finale, però, nessun colpo di scena anzi, a ben vedere, rimangono due domande inevase:
1° la sindone ritrovata è quella vera o quella copiata alla perfezione dal famoso inventore?
2° il medaglione, trovato all’inizio, che fine ha fatto? Soprattutto, perché non è più menzionato alla fine?

Non avete capito ‘na mazza di ‘sto libro? Bé, non vorrete mica che lo racconti qui…compratelo, leggetelo…fatemi sapere il Vs. giudizio.

Prossimo libro (già iniziato) il terzo di Dan Brown: “La verità del ghiaccio”.

Vedremo se sarà all’altezza dei due precedenti.

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giovedì, febbraio 16, 2006

Anche questa è ignoranza


Ieri abbiamo vinto la quarta medaglia (bronzo, nello slittino) alle Olimpiadi invernali.

I nomi dei due atleti sono praticamente impronunciabili: Gerhard Plankensteiner e Oswald Haselrieder (confesso li ho copiati da internet).

I due, oltre ad avere questi strani nomi, hanno anche una parlata assai strana.
Ricordano un po’ il Papa, con una differenza: questo ultimo è tedesco e parla molto bene la nostra lingua; loro, invece, sono italiani e non sanno articolare un semplice discorso di ringraziamento nella lingua nazionale.

Ha suscitato, poi, scalpore quando alla domanda “perché non hai cantato l’inno italiano?” Plankensteiner ha risposto“non conosco questa canzone.”.
Tutti a polemizzare perché ha definito l’inno una semplice canzone chissà, con quali intenti di secessione altoatesina.

A mio, modesto, modo di vedere la questione è molto meno complessa.

Semplicemente, l’uomo, ignora (e questo, si, lo trovo gravissimo) la parola inno e non sapendo che pesci pigliare ha tirato fuori il termine più semplice che gli poteva venire in mente: canzone.
Siamo di fronte, insomma, ad un ennesimo caso d’ignoranza lessicale.

Ci siamo mai chiesti quanti, in Italia, parlano realmente italiano? Intendo la normale parlata (volgare si diceva un tempo) non certo quella più articolata, più forbita?

Luogo comune vuole che al sud si usi più il dialetto che la lingua madre.

Girando parecchio posso testimoniare che le regioni dove si parla realmente e normalmente in italiano sono pochissime, si contano sulle dita di una mano: Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana e in maniera più o meno (forse meno) uniforme Sicilia. Per il resto è tutto un fiorire di lingue locali. I veneti non li fai parlare italiano neanche se piangi, a Roma e dintorni se parla romanesco o bburino, non parliamo di Napoli e provincia. Insomma, ovunque si vada, fatte le debite eccezioni, è una tragedia.

Alla fine della favola, sono grandi campioni e siamo fieri di loro…quanto a studi…sarà per un'altra volta.



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mercoledì, febbraio 15, 2006

"POLEMICANDO"


Ma guarda, alle volte, che notizie si scoprono gironzolando tra i canali satellitari.

EuroNews il canale europeo multilingue; l’unico, in definitiva, che si occupa delle notizie che arrivano dall’Unione Europea.


“Cartellino rosso alla Francia sui diritti umani”
“Patria stessa del concetto di diritti umani, la Francia viene bacchettata dal Commissario Alvaro Gil Robles. Il Consiglio d'Europa pubblica oggi un rapporto che punta il dito sulla condizione delle carceri e altri temi caldi come giustizia e immigrazione. A conclusione dell'indagine svolta a settembre, le affermazioni di Gil Robles sono durissime: le carceri francesi presentano delle condizioni al limite della dignità umana. Il divario fra affermazioni di principio e realtà è preoccupante.” (fonte euronews.net)


Fatemi capire.

La Francia, sempre in prima fila quando si tratta di criticare le altre. Sempre pronta a bacchettare tutto e tutti. L’unica, secondo gli intellettuali de ‘noartri’, ad essere degna di questa terra. Colei che, dai tempi della “Rivoluzione”, si fregia del titolo di “Nazione democratica” (tralasciamo il fatto che quella fu una delle più spietate ma si sa, una rivoluzione non può essere democratica).

Si scopre che tiene i propri detenuti in condizioni disumane, violando sistematicamente i più elementari diritti?

Ma non eravamo noi ad avere le carceri peggiori al mondo? A trattare, senza ritegno, chi ha commesso dei reati? A condurre le case circondariali con metodi al limite della legalità?

E già, è proprio il caso di dirlo: “Liberté, Égalité, Fraternité”


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martedì, febbraio 14, 2006

Anche questo è amore...


Nel giorno di S. Valentino è praticamente d’obbligo parlare d’Amore (con la A maiuscola sia chiaro).

Invece no...Non ci penso neppure…Troppo banale…Troppo scontato.

Preferisco parlare di un altro tipo di amore: quello che gli atleti, “consumano” nella propria attività agonistica.

Un esempio lo abbiamo avuto alle olimpiadi che si stanno svolgendo a Torino.

Dan e Hao Zhang.

I due ragazzi cinesi, ieri sera, mi hanno veramente emozionato e commosso.

Devo confessare che mi sono venute le lacrime agli occhi nel momento in cui, la ragazza, lanciata a tutta velocità, ha perso l’equilibrio, prendendo, prima una botta incredibile con il ginocchio (il ghiaccio è micidiale in questi casi) e subito dopo una schienata nella recinzione. Probabilmente, se non fosse accorso il suo compagno, rimbalzando in avanti, ormai completamente senza stabilità e imbambolata, avrebbe sbattuto il volto sul ghiaccio.

…Attimi di panico…il volto sofferente e sfigurato dal dolore…l’interruzione brusco della musica…il cercare di consolarla…il battimano incessante del pubblico presente…l’incoraggiamento da parte di tutti ,noi compresi che, davanti al televisore, gridavamo coraggio, forza…

…In tempo, nei due minuti previsti in questi casi dal regolamento, si sono rimessi in pista…la musica è nuovamente partita…hanno ricominciato dal punto della caduta…una serie di figure eseguite alla perfezione…una leggerezza d’animo e di spirito…gli attimi di attesa per il voto della giuria…ed è MEDAGLIA D’ARGENTOOO.

Grandi, grandissimi!

Nel giro di pochi istanti è stato tutto un turbinio di passione, tenacia ma soprattutto amore per la propria disciplina sportiva.

Altro che giocatori di calcio.

Mi permetto di riprendere le parole scritte alcuni giorni fa dal mitico “BastaEssereFelici” (
www.bastaesserefelici.blogspot.com): “cari giocatori della Nazionale (di calcio)…non meritate nessuno dei milioni di Euro che vi danno”.

Concordo, firmo e sottoscrivo!


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lunedì, febbraio 13, 2006

PAR...CONDICIO, icio, icio, icio


Per mia scelta, qui sopra, non parlo mai di politica.

Il motivo, ovviamente, è facile intuirlo. Tutti noi abbiamo idee politiche diverse. Subito entrerebbero in conflitto e sai che palle!

Mi preme però rilevare un fatto, legato più alla campagna elettorale che, alla Politica generale.

Si parla tanto di “par condicio” in Tv e magari è giusto che sia così. Non lo so, non ho mai approfondito il problema (non m’interessa). Constato, eventualmente, che questa parola è nata solo ed esclusivamente dopo la discesa in campo di Berlusconi. Fu, infatti, Oscar Luigi Scalfaro ad inventarla, dimenticandosi forse (sì certo ci crediamo), che fino ad allora la Democrazia Cristiana faceva il bello e il cattivo tempo senza, chiedersi, se era giusto o sbagliato. Dal canto suo rilevo pure che, la sinistra, non aveva mai fatto niente (fino a quel momento) per contrastare tale potere…evidentemente era interessata anche lei.

Di tutto ciò, in ogni modo, chi se ne frega!

L’aspetto su cui mi interessa riflettere è un altro: la campagna elettorale nelle discoteche.

Essendo un assiduo frequentatore di tali locali ho il polso della situazione, sia per quest’anno sia soprattutto per il passato…si dirà alla tua età ancora in disco?...Fatevi i fatti vostri! :)))

Si è trasformata da brutta abitudine ad orrenda consuetudine il far intervenire nelle discoteche personaggi, più o meno conosciuti e rigorosamente di sinistra, prima e durante “il ballo”…ovvio che il dopo non esiste…chi li cagherebbe?

Trovo la cosa veramente scorretta, non tanto e non solo, perché non esiste il contradittorio come prevede la Legge (anche qui, basterebbe dire, chi se ne frega) ma perché si vuol imporre una cosa che, con musica, discoteca, ecc., non c’entra assolutamente nulla.

Ricordo che alle mie rimostranze al proprietario di un locale questi mi disse: “Bè ma si tratta di un momento d’educazione civica”. Obbiettai che, primo, per essere un momento di educazione civica dovevano esserci tutti i rappresentanti dei partiti (non solo quelli di sinistra) e sai che palle; secondo poiché io pago (non poco) per venire nel tuo locale dovresti avere almeno l’educazione (civica?) di informarmi prima che io metta mano al portafoglio in maniera, da poter decidere (autonomamente) se entrare o no.

Tralascio che, a me non fanno cambiare idea neanche morto (semmai la rafforzano) ma i ragazzi più giovani (non sono scemi per carità ma influenzabili sicuramente) possono essere tranquillamente manipolati.

Questa campagna elettorale 2006 (in disco), ho paura che sarà peggio delle altre…CHE PALLE!!!

Almeno li, lascateci DIVERTIREEE.

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giovedì, febbraio 09, 2006

PERLE


Panorama n. 6/2006 pag. 23

Nella sua rubrichetta settimanale “luci e ombre” Francesco Alberoni parla di donne in carriera:


perché la donna bella, elegante, erotica, non viene presa sul serio come manager, politico, come capo?…davanti a lei i maschi si sentono in svantaggio…la donna bella ed erotica per l’uomo è incapace, stupida, schiava delle emozioni, non sa ragionare…la costringe ad imbruttirsi, diventare vecchia, innocua…e lei per questo rinuncia al fascino, alla bellezza, si traveste da vecchia, da massaia, da mamma…come Hillary Clinton, Laura Bush, Angela Merkel…persino la bellissima ucraina Yulya Timoshenko ha dovuto farsi le trecce e mettersele attorno alla testa, come faceva sua nonna. Ha dovuto invecchiarsi.”

Ma di che sta parlando?…E’ fuori?…Ha dovuto farsi le trecce e mettersele attorno alla testa?…Ma che ne sa?…E’ indovino?…Amico di famiglia?…Tiene corsi specifici?

Avesse almeno parlato di strafiche...

Ma dai per favore…siamo seri.


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mercoledì, febbraio 08, 2006

Quando la stupidità supera i limiti





08 feb 12:04 Bari: muore bimba malnutrita, aperta inchiesta.

BARI - Una bimba di nove mesi e' morta ad Altamura, nel barese, per malnutrizione. Lo riferiscono fonti di stampa, secondo cui la bambina era alimentata con latte materno, insufficiente dal punto di vista nutrizionale data l'eta'. Per di piu', la madre della piccola seguiva una dieta strettamente vegetariana. Ad accorgersi che la bambina stava male sarebbero stati gli stessi genitori che, nella notte tra sabato e domenica, l'hanno portata in ospedale: all' arrivo al pronto soccorso, pero', la piccola era gia' morta. La procura di Bari ha avviato le indagini; il pubblico ministero starebbe valutando se iscrivere i genitori nel registro degli indagati. (Agr)

SENZA COMMENTO!

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martedì, febbraio 07, 2006

Blog e Poeti



Ieri, dal blog del sempre informatissimo, “Bastaessere felici” (http://www.bastaesserefelici.blogspot.com/) ho appreso che in Fiera, qui a Genova, si è tenuta la prima edizione di “In Edita” Salone dell’editoria libraria e multimediale, con particolare attenzione al mondo dei blog.

E’ il colmo che in città nessuno ne abbia parlato, sussurrato, comunicato magari tramite alfabeto morse, muto, farfallino o con segnali di fumo; nessun manifesto, posticccio, sgualcito, appiccicato con lo scotch, niente di niente…Lasciamo perdere.

Incuriosito mi sono messo a navigare su internet.

Ho scoperto che tra gli stand si è visto aggirare il poeta genovese Edoardo Sanguineti il quale, avrebbe dichiarato, tra le altre cose, di non vedere di buon occhio il fenomeno bloggers (fonte mentelocale.it).

“Il dramma è che oggi tutti scrivono e nessuno legge…internet apre la strada ad uno sfogo generale, tutti si sentono scrittori…ci sono cose più serie di cui occuparsi…amo la diffusione popolare del libro…ecc., ecc.”

Capisco lo sfogo di un vecchio poeta marxista (questo è scritto sulla sua biografia) e posso anche capire il disagio che un poeta degli anni 60/70/80 può provare di fronte all’incedere del progresso.

Quello che non capisco è: primo, dove stia il dramma. Secondo, come si possa arrogare il diritto di sentenziare che nessuno legge. Terzo, se è vero (ed è vero) che ci sono cose più importanti di cui occuparsi queste, non sono certo di competenza dei bloggers. Quarto ed ultimo, quando sento pronunciare frasi, tipiche da anni 70, come “diffusione popolare dei libri”, mi si rizzano i capelli in testa.

Forse non ci si è ancora resi conto che i blog, più semplicemente detti, diari on-line, sono utilizzati, da tutti noi, per comunicare, dialogare, confrontare, divulgare i nostri pensieri e le nostre idee, senza frontiere di sorta e senza che nessuno ci spieghi quello che è giusto e quello che è sbagliato. Ovvio che tutto ha un limite; se in un blog s’incita alla violenza, alla disubbidienza civile, ecc. ecc. allora non ci siamo più.

Molti sono convinti che nei giorni nostri la Società, sforni solo piccoli “ominidi” che non hanno nulla da comunicare al prossimo. A mio modesto parere invece, tutti noi abbiamo qualcosa da dire e da comunicare e lo facciamo, anche, attraverso il nostro blog che, proprio perché in rete, verrà letto e commentato da altri e così via. Tutto questo, piaccia o non piaccia, è realtà.

Cari poeti contemporanei, state tranquilli, nessuno cerca di prendere il Vostro posto…di sicuro, Voi, non avete preso quello dei grandi del passato (Dante, Boccaccio, Petrarca…Do you remember?).

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lunedì, febbraio 06, 2006

La fiaccola olimpica


















Mancano ormai quattro giorni all’inizio delle Olimpiadi invernali 2006.

Vedremo, se per noi italiani, saranno foriere di vittorie, di cocenti delusioni o semplicemente passeranno alla storia come mediocri e forse, proprio quest’ultima possibilità, sarebbe la più avvilente per tutti noi.

Intanto, dobbiamo registrare le brutte figure e gli orrendi spettacoli che i soliti giullari “de noartri”, contestatori a prescindere, ci hanno regalato a noi e al resto del mondo, sportivo e non. Il detto “tutto il mondo è paese” forse ci aiuta ma non è certo di gran consolazione.

Dopo mesi passati, in qualsiasi modo, ad ostacolare la marcia d’avvicinamento della fiaccola olimpica alla sede dei giochi, ieri l’apoteosi finale con il blocco della Val di Susa da parte dei NO-TAV (tutta un’altra storia si dirà, io non ne sono per niente convinto), con conseguente “salto” direttamente a Bardonecchia.

A pretesto, sin dall’inizio, è stato preso il marchio che sponsorizza la fiaccola: COCA-COLA (scrivo in grande così da evitare eventuali fraintendimenti); a tale multinazionale, ribadiamolo COCA-COLA, si rinfaccerebbe lo sfruttamento (non ho ancora capito bene come) dei popoli più poveri del mondo, bambini, va da sé, compresi. Tralasciamo pure il fatto, che proprio la COCA-COLA investe centinaia di milioni di dollari in attività benefiche. Ovvio guadagnerà anche il triplo ma ricordiamoci che si tratta di una azienda atta al commercio, non alla beneficenza.

Mi chiedo: questi contestatori, detti anche “vogliadilavoraresaltamiaddosso”, per la maggior parte giovani (ma sono molti anche i fuori corso) che evidentemente bevono solo acqua di fonte e the verde depurante, perché non alzano il loro bel culetto d’oro e vanno a protestare (intendo fisicamente non simbolicamente) proprio in quelle Nazioni dove i bambini sono sfruttati realmente, non dalla COCA-COLA o dalla NYKE ma da governanti locali (sfruttati e sfruttatori stesso ceppo d’appartenenza) senza scrupoli?

Troppo facile protestare qui da noi soprattutto, troppo semplice, finita la “festa” (e caciara), tornarsene a farsi le “canne” in compagnia e/o nella migliore delle ipotesi, andare a casa a guardare la TV a tifare (sono sicuro, tra quattro giorni sarà così) la valanga azzurra.

Le Olimpiadi hanno come scopo o almeno dovrebbero avere, quello di unire nella fratellanza, nella pace, nella concordia i popoli TUTTI della Terra.

Questo, ovviamente è utopico, impossibile, inimmaginabile nella società moderna; andava forse bene (il dubitativo ancora una volta è d’obbligo perché nessuno di noi era presente), ai tempi della Grecia antica, quando a “concorrere”, se possiamo utilizzare un termine moderno, erano, solo ed esclusivamente, gli abitanti di quella “terra” (oggi Nazione) che, per spirito di competizione (sportiva? di convenienza? perché era di “moda”?) sospendevano addirittura i conflitti tra “tribù”.

…si dia inizio dunque, a Torino 2006…per favore…”state buoni, se potete”…soprattutto, non rompeteci…le uova nel paniere...

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venerdì, febbraio 03, 2006

Discorsi da spogliatoio

E’ sera…ho appena terminato di allenarmi…per la serie mi sono fatto un culo così…ma chi bello vuole apparire un poco deve soffrire…

…Entro nello spogliatoio per farmi la doccia e cambiarmi…

…In tre, …Paolo, alto, magro, sempre a lamentarsi dei suoi 40 anni che lo rendono ormai stanco e senza gioia, Claudio pelato e grasso, tanto che tutti noi non capiamo perché si ostini a fare 1 ora di corsa visto che una volta a tavola (parole sue), si abbuffa senza ritegno e Giangiacomomaria che solo dal nome è tutto un programma, …stanno discutendo, animatamente: “Non si può andare avanti così, …è una tragedia, …l’euro ci ha rovinato, …è colpa di Berlusconi, …no è colpa di Prodi, … ma se sono tutti uguali, …ecc. ecc.

Insomma i soliti bla, bla, bla…da bar o, appunto, da spogliatoio.

Mentre mi cambio, seguendo distrattamente il corso dei miei pensieri, capto qualche parola del trio…ma in fin dei conti, l’argomento non mi appassiona…

…ecco d’improvviso…“non si arriva più alla terza settimana!”

Non era la quarta (settima) che non ci faceva finire dignitosamente il mese? Mah!...

Terza o quarta poco importa mi sento in dovere di intervenire:

“Scusate se m’intrometto…mi permetto di farvi notare…quando non si arriva alla terza settimana…non si viene in palestra a 80 (leggasi ottanta) euro il mese”.

Il silenzio, che seguirà le mie parole, mi assorda ancora adesso.

EPILOGO

Per amor della cronaca bisogna dire che i protagonisti della discussione, cambiatisi in tutta fretta e senza proferir favella, sono andati a casa (rispettivamente) con: BMW, AUDI e MERCEDES…


…io con un 18 metri, della linea 30…

… un sospetto…oltre a parlare perché abbiamo la lingua in bocca…non sarà che non vogliamo rinunciare a nulla?

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giovedì, febbraio 02, 2006

Tutti i giorni c'e nè una...


...solo ieri, la Luxuria e dall'altra la Lecciso, scendean in campo, a far sfracelli...
...non fai 'n tempo a capir 'sta cosa, che già subito ne vien 'na nova...
...Kamasutra l'han chiamato...brutto, tosto, assai affamato...virulento e non gradito...
...di doman non c'è certezza...state attenti a questo baco...
...con l'amor non 'a che far ma dell'odio è tutt'andar...

Ragazzi che cagata!!!

State attenti, però, la notizia del nuovo virus informatico "Kamasutra", in arrivo, è reale...
...purtroppo altrettanto vera è la notizia inerente la discesa in campo, politico, di Loredana Lecciso e Vladimir Luxuria...

...chi tra i tre farà più danni?...Si accettano scommesse.

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mercoledì, febbraio 01, 2006

La bambina cicciona

Da non credere.

Come ogni mattina, da 17 anni a questa parte, mi avvio verso la piazza del mio quartiere. Immerso nel verde, la Chiesa, quindici palazzi, un bar, un supermercato e un meccanico è tutto sommato un bel vedere.

Ad attendermi, al capolinea, l’autobus della linea 49 che collega, attraverso una via tortuosa, la zona collinare al centro.

Come sempre, salendo, incontrerò: la vecchia segretaria della scuola, che nonostante sia in pensione da dieci anni, continua imperterrita a prendere lo stesso autobus (ma dove andrà? Fatti i fatti tuoi) e immancabilmente mi chiede: “È quello delle otto?...No signora è quello delle 7.50…ah ormai che ci sono prenderò questo”; Il Signor mentolo così da me soprannominato perché ogni mattina degusta, sbiascicando a tutto andare con la bocca, caramelle alla menta (di quelle che la nonna aveva nel barattolo lassù sullo scaffale e che sono introvabili da anni) e poco dopo tutto l’autobus sa di menta (tipo pubblicità air vigorsol) e Simone e la sua mamma che ogni mattina litigano su chi dei due deve portare lo zaino con i libri.

Salgo e con gran sorpresa al mio solito posto (a fianco alla porta centrale) c’è già qualcun altro.

Avanzo lentamente e osservo la figura.

E’ una bambina, più alta della media, con occhiali fuori moda, visetto da stronzetta e soprattutto cicciona da far schifo.

Lei mi guarda; io la guardo.

Penso: “ che ci fai piccolo esserino (mica tanto) al mio posto?”

Il bus parte; la creatura continua ad osservarmi con aria strana “non sarà mica uno gnomo che mi vuol fare qualche sortilegio? Ma che le danno da magnà? E’ fuori sagoma, mah”
Arriva la mia fermata, mi accingo a scendere ma la fetente mi si para davanti…”permesso dico io”…nulla…”sarà pure sorda? Le hai proprio tutte figlia mia”…ci riprovo “scusa?, Permesso” lei si gira lentamente, mi guarda e scandisce “E C H I S E N E F R E G A” e tira fuori la lingua.

Non ci credo…pochi istanti per decidere…la prendo per lo zaino…la schiaccio al palo…un piccolo mugugno da parte sua…”ops scusa piccola, non volevo”…mi scaravento giù…per un pelo fiuuu…si chiude la porta.

L’autobus riparte…si abbassa un finestrino… “che vuoi fare bastardella?” (in senso affettuoso sia chiaro)…parte uno sputo diretto verso di me…lo schivo…cerco di gridare ma resto a bocca aperta.

N O N H O PA R O L E ! ! !

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