martedì, aprile 25, 2006

Cronaca di una giornata difficile


Secondo T-LA… come chi è T-LA? Dai non scherziamo? Veramente non sapete chi è?… aaa volevo ben dire.

Dicevo, secondo T-LA, 39 milioni di italiani sono via per il ponte del 25 aprile. Di questi 20 milioni sono nelle città d’arte… già … i restanti 19? Almeno ieri, si trovavano a Genova.


Come dite? Per visitare l’Euroflora e l’acquario?… Illusi, erano tutti in ceca di parcheggio.

La mattina del 24 inizia già di merda. L’AMT, l’Azienda che gestisce il trasporto pubblico e il Comune rosso-verde - che ogni 3 x 2 ti invita a lasciare l’auto a casa e prendere il bus - decidono, per affrontare l’orda di barbari che giungeranno in città, di adottare l’orario del sabato per autobus e metrò. Che bella pensata. L’orario del sabato in un giorno feriale di lavoro è il massimo della vita. Tra un gomito del vicino piantato nello stomaco e i capelli, rigorosamente e rigogliosamente rasta, di colui che mi si para davanti, in bocca, giungo in ufficio con 20 minuti di ritardo.

Alle 12.30 (per la precisione 12.25, con un piccolo anticipo sul normale orario) esco di corsa dall’ufficio e mi reco al capolinea del 30 per andare a casa. Sorpresaaa, il bus non c’è. Tra le imprecazioni corro nella via parallela per prendere un qualsiasi bus che mi avvicini a casa. Arriva l’1, cavolo sono fortunato, salgo e taaac subito fermi in un ingorgo di pulman, auto, moto. Mezz’ora per fare un percorso di 5’. Giunto, a fatica, a soli 2 Km dall’ufficio sale il controllore: “Signori! Gli autobus sono impossibilitati a proseguire causa il caos provocato dalle auto private e pulman di visitatori di Euroflora e acquario… si scende qui”.

Ma porc e adesso?… idea prendo il metrò. Non mi serve per andare a casa ma almeno mi avvicino. Già, un’ideona. Il problema è che l’abbiamo pensata in 4.000. Naturalmente con l’orario del sabato, che qui viene chiamato “sabatale” (ma esiste veramente questo termine nel vocabolario? Mah!), di metrò manco l’ombra. Dopo minuti interminabili ecco avvicinarsi la sagoma del treno, sarà mica un miraggio? No è proprio lui. Si ferma. Ha inizio la tregenda. Urla, calci, spinte, imprecazioni, liti… in qualche modo si riesce a ripartire… da quando una metropolitana viaggia come un tram? 20’ per un percorso di 8 in condizioni vomitevolii. Finalmente si aprono le porte e come per effetto di una forte pressione dall’interno (tipo tappo dello spumante) masse di gambe e braccia vengono schizzati in un groviglio verso le scale mobili. E’ una corsa alla sopravvivenza, abbiamo tutti bisogno di aria.

Finalmente fuori. Si respira. I polmoni gradualmente riprendono ad espletare la loro normale funzione.

Rimane solo una piccola questione sono ancora distante una mezz’oretta da casa (si, ma tra curve salite e discese). Altra attesa, tanto c’è il “sabatale”. Finalmente ecco il 34. Altro giro, altro regalo. Botte da orbi per salire. Tra vecchi, donne incinte e paralitici (belin però se hanno forza quando si tratta di accalappiarsi un posto a sedere) riesco a rannicchiarmi vicino alla porta. Per tutto il viaggio, a ogni fermata, bum la porta mi da uno scrollane equivalente ad un gancio di un pugile. Dopo 10 fermate, sono arrivato. Scendo barcollando e con la vista annebbiata per la strenua lotta che ho avuto con la porta. Attraverso la strada tra infiniti serpentoni di auto e di automobilisti inferociti in coda da chissà quante ore.

Entro in casa, mi butto sotto la doccia per riprendermi, mangio un boccone e… cazzo in ritardo di 20’. Non me la sento di affrontare un altro camel trophy. Prendo l’auto. A tutta velocità… ma dove?… a tutta lentezza mi dirigo verso l’ufficio. Finalmente arrivo. Parcheggio… si ma dove? Non posso prendere una multa, sarebbe la terza in meno di un mese. Torno sui miei passi (tra poco arrivo sotto casa) ecco un buco… lo abbiamo visto in due in contemporanea… è una Lei… cavalleria vorrebbe… mancooo mortooo… bastarda sarai te e tutte le… scusa bella ma oggi vince il più forte… parcheggiato!

E lo chiamano ponte del 25 aprile? Ma andate tutti a prendervelo nel c…biiip


">Link

domenica, aprile 23, 2006

Euroflora 2006




Eccomi qua. Dopo alcuni giorni di malanni di stagione, come si suol dire in queste occasioni, con febbriciattola, mal di gola e fiacchezza, che mi hanno impedito, tra l’altro, di presenziare alla prima dell’amico fotografo Francesco di Pisa; il quale, non esito a dirlo, è un vero artista (scusa France ma non ero proprio in grado di guidare fino in Toscana) . Ieri sera sono uscito per recarmi, un sabato sera veramente alternativo per quanto mi riguarda, a visitare Euroflora 2006.

Da buon diplomato agrotecnico non mi perdo un’edizione che, come sanno tutti, si tiene ogni cinque anni alla Fiera del Mare di Genova.

La prima a cui andai, anni luce fa, è stata quella del 1976. Allora ero alle elementari e rimasi affascinato da quel connubio di fiori, piante e colori che si intrecciavano grazie alla sapiente mano dell’uomo. Fu quella la più bella edizione, quelle future non ne riuscirono ad eguagliare la bellezza. Penso che proprio quella visita decise il mio futuro per quanto riguarda la scuola superiore. Rimasi letteralmente affascinato dalla bellezza di piante e fiori e questo mi aiutò a capire quale sarebbe stata la mia più grande passione.

Ma veniamo alla rassegna attuale.

Devo subito dire di esserne rimasto profondamente deluso.

Il colpo d’occhio, appena si entra nell’ex palasport (forma circolare) è senza dubbio e, come sempre, eccezionale ma a guardar bene piante e fiori sono diminuiti drasticamente. Inoltre dei tre padiglioni, che da sempre accolgono la manifestazione floreale, uno è stato declassato a mero mercato per la vendita al pubblico con conseguente, diminuzione della superficie di esposizione.
Anche la presenza di pubblico è diminuita (mi è stata confermata anche da un ristoratore milanese presente per rifocillare i visitatori) scoraggiato, forse, anzi senza dubbio, dal prezzo del biglietto che dall’ultima edizione (2001) è passata da lire 22.000 a euro 19,00: INAMISSIBILE!

Comunque torniamo allo spettacolo (così chiamo e interpreto il gioco di colori da parte di fiori e piante).

Dai due lati delle gradinate fanno bella mostra di se, da una parte grosse cascate d’acqua tra piante di limoni e aranci e dall’altra, alte fontane zampillanti tra felci e palme. Al centro dell’ampio padiglione una collinetta a forma di vulcano alla cui sommità sfoggia un’eruzione di azzalee fiorite. Tutt’intorno giardinetti e aiole in un tripudio di rose, rododendri, azalee, petunie orchidee.

Sempre incantevoli i bonsai di ogni tipo, età e taglia che, qua e là, fanno capolino lasciando stupefatti per questa arte, che l’uomo d’oriente ha sapientemente, negli anni, perfezionato. Per quanto mi riguarda mi inchino davanti a tanta bravura ma ne sono fortemente contrariato, in quanto vedere un albero costretto alla miniatura, mi da un senso di forzatura e sopruso da parte dell’uomo nei confronti della natura.

Il secondo padiglione e ultimo (e si, è già tutto finito, capite il senso della mia incazzatura) non eccelle per bellezza. Anche qui si è accolti da una cascata, meno eclatante di quella precedente, con attorno fiori tipicamente meno impegnativi come garofani, gerani, gigli, gladioli e piante d’appartamento, che comunque, nella loro semplicità riescono ad appagare l’occhio, la mente e, lasciatemelo dire, il cuore del visitatore (a rileggere queste parole sembro un vecchio giardiniere in pensione, in realtà è la passione per questi esseri viventi che mi trascina).

Per fortuna i fiori e le piante sanno dare il meglio di se nonostante l’insipienza degli organizzatori. Lasciamo quindi spazio alle immagini. Qui a fianco troverete, a breve, nel link "album eventi", le fotografie (ben 170) di
Marco. Buona visione.



">Link

martedì, aprile 18, 2006

I giovani e la piazza


E siamo a due. Lo dicevo che non è venerdì 17 a portar sfiga.

Dopo i Vigli Urbani di Genova anche quelli di Milano hanno ritenuto di dovermi (giustamente, aggiungo la colpa è senza dubbio mia) punire.

Già, il giorno di Pasqua ho lasciato l’auto (zona XXII marzo, Milano) in divieto di sosta e puntuali i 35 euro mi sono stati appioppati alle 10 della sera. A ben vedere la beffa è stata ancora maggiore. Sono arrivato mentre il solerte agente, erano in quattordici…belin che organizzazione in quel de Milan, stava terminando di complirare il verbaletto.

Alle mie flebili (quando sono in torto non riesco a simulare) rimostranze, il ghisa, in perfetto accento meneghino, mi risponde: “ecchecepossodafàio, semmarrivavi nattimo de prima nun teafacevo”.

Belin! Davanti a cotanta saggezza e padronanza della lingua sfoggiata, per giunta, in divisa…sono rimasto ammutolito.

Fatemi pensare…quante volte ho trasgredito il codice della strada nei mie 21 anni di vita automobilistica? Sicuramente non più di tre e solo e soltanto per divieto di sosta…ogni volta però… taaac…multato. Se non è sfiga questa… Lasciamo stare.

In realtà l’articoletto che volevo scrivere era un altro. Torniamo all’inizio del lungo fine settimana di Pasqua, siamo a venerdì sera.

Esco per andarmi a fare una birra con gli amici in centro e per la precisione in Piazza delle Erbe (centro storico). Per chi non è di Genova la suddetta piazza è un po’ (intendo come ritrovo giovanile) come i Navigli a Milano, parentesi (Viscardi dice sempre alla radio i nostri studi sono in un “loft” spettacolare sul Naviglio grande, ieri sono passato da via Richard, che razza di posto è quello? E’ orrendo e pericoloso –certi ceffi- BastaEssereFelici, Tu che ci sei stato? Che mi dici? Immagino che il Direttore parli dei cortili interni) chiusa parentesi, o Piazza di Spagna a Roma. Questa è attorniata da alti palazzi antichi in parte con le facciate scrostate e i parte ristrutturate. Si affacciano sulla piazza, bar e trattorie. Anzi, se passate da qui, consiglio “Trattoria” (non ha nome solo questa insegna) si mangia bene, in abbondanza e a basso costo (Ale il mio collega annuisce, Massimo, l’altro mio collega, disdegna). Per il resto una miriade di giovani seduti ai tavolini o in piedi che popolano la piazza e i vicoli intorno.

Ogni volta che vengo da queste parti mi viene subito in mente la piazzetta di Capri dove nel film “la baia di Napoli” un esterrefatto Clark Gable chiede: “…ma qui non dorme mai nessuno?” La scena è assai (questo termine cade proprio a fagiuolo come se dice) simile.

Mentre sorseggio la mia birra (una Dab, nulla di più) e gli altri compañeros ciarlano, mi “perdo” (mi succede spesso sin da bambino ma non è grave, state tranquilli) ad osservare la varia umanità.

Maschi e femmine di tutte le razze si accalcano in un enorme globalizzazione. Dai senegalesi ai magrebini (per gli extraUE), dai francesi ai tedeschi (per gli UE), dai “minchia” ai “belin” (per i nostrani).

In questa stagione, un po’ fredda e un po’ calda, dove ognuno di noi percepisce la temperatura esterna in maniera diversa, tutto fa brodo per vestire. E allora ecco: chi con la kefia, chi con lo sciarpone di lana, chi in jeans, chi in minigonna, chi in maniche corte chi con la camicia di flanella, chi con le calze a rete (ma è un maschio?) chi con i pantaloni alla zuava, chi con la tuta, chi con lo spolverino vecchia maniera, chi con il cappotto di cammello.

I colori sono i più disparati: arancio vivo, bianco sporco (questo mi sa che sia proprio lercio), celeste scialbo, nero corvino, rosso, rosa, viola, giallo tutti i colori dell’iride insomma.

Le calzature vanno dallo stivalone tipo “brokeback mountain” alle pianelle stile “andiamo al mare a tropea”, dalle scarpe più o meno ginniche ai taccazzi “adesso prendo una facciata”.

E le capigliature? Dal rasta al rasato, dal capellone al ma che c…o di taglio ti sei fatto.

I discorsi sono vari: la coppietta si chiede, con lo sguardo incantato verso l’alto, …”ma come fanno a dormire quelli che abitano qui?” (ovviamente questa è Lei)… “Avranno le doppie finestre” (Lui ha sempre la risposta pronta)… “ahhh e già” (Lei deve sempre avere l’ultima parola). Il single, incallito parla di calcio “il Genoa vedrai che alla fine”… e il suo coetaneo di rimpallo …”si ma la S”… (scusate non ricordo l’altra squadra della città, mi pare Sampierdarenese ma non ne sono sicuro, hanno la maglia da ciclisti, avete capito insomma). Nessuno parla di politica e qui il pari ha fatto un mezzo miarcolo, meno male.

Chi fuma (la maggior parte della razza femminina) chi beve (i maschietti anche se le signorine stanno recuperando alla grande).

Alla fine penso tra me e me; i giovani d’oggi, anzi diciamola meglio, noi giovani (ma quando ci si deve considerare vecchi?) quanto a gusto non ne abbiamo proprio. E questo può al limite passare. Una cosa però non capisco, ci fosse qualcuno, non dico che trombi in piazza ma, almeno, “slingui” un pochettino come si faceva un tempo, non è più di moda?

..."Luca, Luca? sei ancora tra noi?"...scusate i compañeros mi chiamano...devo andare...

">Link

venerdì, aprile 14, 2006

LIBRERIA


Ho terminato il terzo libro di Dan Brown.

Ultimamente, complice il poco tempo a disposizione per dedicarmi a questa attività che adoro, impiego sempre più tempo a terminare un libro, sia esso romanzo, giallo o semplice racconto.

Divagando un po’, posso qui rammaricarmi per non aver intrapreso, quando era il momento, una strada che mi portasse ad essere più a contatto con la letteratura.

Invidio parecchio Monsignor Ravasi, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano. Chissà quanti libri sono passati dalle sue mani. Ma invidio fondamentalmente tutti coloro che per mestiere, dal semplice bibliotecario al sommo letterato, hanno la fortuna di leggere.

Torniamo al libro, oggetto di questo pezzo.

“La verità del ghiaccio” a mio avviso, pur essendo un bel romanzo, avvincente e scorrevole, non è all’altezza dei due precedenti. Soprattutto, non mi ha “preso” come fece il secondo di Brown, “Angeli e Demoni”, che per me resta, al momento, uno dei migliori.

Il libro è comunque piacevole. Nei capitoli finali si capisce, anche se non subito, il prologo che, Brown, aveva sapientemente fatto dimenticare con lo svolgere della storia.

Ovviamente non svelo nulla del racconto. Mi permetto però di consigliarlo, a coloro che amano un genere di romanzo che mischia realtà a pura fantasia (anche fantascientifica) che è poi la caratteristica di uno scrittore come Dan Brown.

Prossimo libro, che mi auguro di poter iniziare in questi giorni di festa, “La sorella di Mozart”.

">Link

mercoledì, aprile 12, 2006

Dal blog di Mario Adinolfi


Mi permetto di riportare sul mio diario questo pezzo tratto dal blog di Mario Adinolfi che stando alle statistiche è il blogger più cliccato d'Italia.

A me fa scompisciare dalle risate e nello stesso tempo lo trovo di una limpidezza adamantina.

Complimenti!

"Centrosinistra incapace di vincere e convincere. Come l’Inter. Hai voglia a dire, hai voglia di far finta di festeggiare. Le elezioni non le abbiamo vinte. Se avessimo un pizzico, solo un pizzico del senso della decenza e delle istituzioni che pure da piccoli ci avevano insegnato ad avere, ammetteremmo l'ovvio: ci siamo mangiati otto punti di vantaggio, per una fase finale della campagna elettorale confusa e disastrosa sul tema del fisco.Oggi siamo nettamente sotto al Senato (solo la tanto vituperata legge elettorale ci salva) e alla Camera si vince per un niente. Il minimo che Piero Fassino dovrebbe dire, questo segretario che ha portato i Ds ad un risultato umiliante, è: «Scusate, mi dimetto». E il curato di campagna, bollito come non mai, Romano Prodi, dovrebbe aggiungere: «Sono vecchio e stanco, all'età mia si va in pensione. Adesso ci vado». Massimo D'Alema, quello che a metà pomeriggio di ieri annunciava una «vittoria schiacciante», dovrebbe ammettere: «Non ne azzecco mai una». Alfonso Pecoraro Scanio, che ha superato il quorum alla Camera di uno 0,05, dovrebbe annunciare l'addio alla politica. No. Questi qui dicono che hanno vinto. Non si rendono conto di far passeggiare l'Italia sull'orlo di un baratro se non ammettono quel che è realmente accaduto. Cioè che governeremo, se va bene, grazie al voto di Giulio Andreotti, Emilio Colombo e Rita Levi Montalcini.Non c'è stato neanche un passaggio di autocritica nella lunghissima nottata elettorale. Neanche uno. Allora ve lo dico io, semplice elettore ulivista: cari dirigenti, gestite al meglio il passaggio che porta a nuove elezioni, tanto lì si va a finire. E se osate ripresentarvi a quella tornata elettorale, vi prendiamo a selciate, incapaci che non siete altro. Siete come l'Inter. Prodi è il nostro Moratti, D'Alema il nostro Adriano. E pure se per noi tifa tutta la bella gente (Paolo Mieli e Luca Cordero di Montezemolo, pure loro abbiamo inguaiato), lo scudetto con voi non sarà mai nostro.Il partito democratico, sì, subito. A una condizione. Non lo possono fare loro. Non ci riproponete il parroco settantenne che voleva festeggiare alle sei di pomeriggio. Non il marinaretto che vedeva vittorie schiaccianti. Non il segretario del Partito comunista torinese di trent'anni fa. Neanche il vecchio Signor Hood (e chi vuole capire, capisca, riascoltando un De Gregori di trent'anni fa). E non può decidere tutto un Ingegnere un po' decrepito che se ne va sempre in giro in barca ed è invidioso del Cavaliere.Il partito democratico lo facciamo, ma lo facciamo noi: a questo punto la questione generazionale diventa questione politica. Perché tra le ragioni di questa finta vittoria numerica e vera sconfitta politica, dati i punti di partenza, c'è anche di non aver suscitato un'idea nuova che è una. E questo è un problema o no? Nel 2007 si finirà per rivotare e se non ci inventiamo subito qualcosa le destre ci asfaltano e non ci rialziamo più."

dal blog www.marioadinolfi.ilcannocchiale.it



">Link

martedì, aprile 11, 2006

Il mio punto...di vista


Finalmente la lunga campagna elettorale è terminata e le Elezioni si sono svolte regolarmente.

A questo punto da buon “politologo” mi azzardo ad analizzare la situazione.

Il primo dato da analizzare è l’alta percentuale di affluenza 83,6%. Nelle precedenti Elezioni politiche (2001) 81,4%. L’incremento è stato del 2,20%.

Chi pensava, che gli italiani si fossero stufati della politica hanno quindi completamente sbagliato.

Il secondo dato sono gli “Exit Poll”. Alle 15.01 e in tutte le successive uscite davano CdL tra il 45 e il 49% e Unione tra il 50 e il 54%. Alle 18.00 con l’arrivo delle proiezioni gli entusiasmi, precipitosi e soprattutto imprudenti, da parte del centro-sinistra, si sgonfiano.

Il motivo per cui questi abbiano fallito, aggiungo, clamorosamente, è da ricercarsi, probabilmente, nel fatto che chi ha votato per la Cdl non ha ripetuto allo stesso modo il proprio voto presso le cabine dei sondaggisti oppure, per pura combinazione, rara ma pur possibile, la maggioranza dei partecipanti a questo sondaggio, erano effettivamente pro-Unione.

Tutto ciò cosa ci insegna? Semplicemente che questo tipo di sondaggio non può avere valore statistico perché si basa esclusivamente sulla buona fede di colui che riporta (per la seconda volta) il proprio voto e/o sulla “fortuna” da parte dei songaggisti di imbattersi in un numero di votanti uguale, o quasi, dei due schieramenti. Casualità non può far rima con statistica. Sarà bene per il futuro eliminare gli “exit poll”.

Prima di analizzare i dati definitivi due parole sulla nuova legge elettorale. Pur perfettibile, questa legge non è affatto sbagliata e neppure si è ritorta contro chi l’ha concepita. Dopo cinque anni consecutivi di un Governo, l’unico modo per tastare il polso della popolazione è attraverso il proporzionale puro che fotografa la realtà. Il premio di maggioranza, poi, serve proprio a garantire una pur minima, possibile, governabilità in caso di parità.

Cosa è successo a queste Elezioni? Prendiamo a riferimento solo e soltanto i dati della Camera, questo perché riguarda una più ampia fetta di popolazione, infatti alla Camera si vota dai 18 anni in su a differenza del Senato dove si vota dai 25.

Risultato definitivo: Unione 49,80% CdL 49,73% differenza 0,07%, nulla quindi.

Cosa vuol dire tutto ciò? Semplicissimo, l’Italia è divisa esattamente in due. Metà sta con il centro-sinistra, metà con il centro-destra.

Ora però viene il bello. Cosa si erano prefissati i due schieramenti, come meta finale? Parliamoci chiaro, non fingiamo, noi non siamo politici e possiamo tranquillamente dire pane al pane e vino al vino. E allora, il centro-sinistra di spazzare via e con un calcio in culo degli italiani, una vola per tutte a Berlusconi. Il centro-destra di contenere il disastro da più parti annunciato e in qualche modo parare il colpo.

Cosa scopriamo adesso a bocce ferme (per modo di dire, in politica tutto si muove e tutto è immobile)? Che metà degli italiani hanno votato e quindi indirettamente approvato l’operato di Berlusconi. L’Unione, balle non ce ne sono, ha trasformato queste Elezioni in una sorta di referendum pro o contro una sola persona: Silvio Berlusconi.

Guardando i risultati si evince chiaramente che questa sorta di “referendum” ha una sola possibile lettura e paradossalmente, chi ne esce rafforzato è proprio Berlusconi, sia all’interno della sua coalizione, fondamentale per gli equilibri interni, sia sul piano nazionale dove la sua leadership non è venuta meno. Anzi analizzando i dati, lo si potrà fare con calma nei prossimi giorni, si può vedere che il Polo nella sua interezza ha aumentato i suoi consensi. Nel 2001 (anche se con sistema misto) vinse con una maggioranza che non superava il 47% , oggi è praticamente al 50% alla pari con l’Unione.

Adesso, grazie proprio alla nuova legge, il centro-sinistra potrà governare ed è giusto così anzi, dovranno farlo. Dovranno però essere consapevoli, ed è sicuro che lo sono (solo pochi a sinistra fanno finta che non sia così), che metà, esattamente metà, degli italiani non stanno dalla loro parte e anzi quando sono stati invitati ad usare il piede, si sono voltati e hanno votato dall’atra parte, dando fiducia, a quel Berlusconi tanto inviso all’altra metà.

Mi si obbietterà che comunque il Cavaliere è stato finalmente cacciato dal Governo. Verissimo ma ripeto è una vittoria di Pirro. Come ha giustamente rilevato ieri sera Mieli, direttore del Corriere della Sera a Matrix, “oggi abbiamo un Berlusconi più forte di prima che si metterà a capo di una altrettanto forte opposizione e questo è un bene”.

Dall’altra parte e altrettanto paradossalmente, abbiamo un Prodi più debole, anche se lo è sempre stato a mio parere, perché utilizzato come specchietto per le allodole e non si legga questa affermazione come denigratoria e/o sminuente nei confronti del Professore bolognese.
Come ha detto ieri sera il Professor Sartori su La7 “oggi Prodi è in grande difficoltà e il non avere alle spalle un proprio partito sarà per lui deleterio”.

Come si vede ho preso ad esempio due personaggi (Mieli e Sartori) che certo non si possono annoverare tra le file dei sostenitori del Berlusca.

Sarà interessante vedere (e devo dire che dopo due anni di apatia da parte mia nei confronti della politica la cosa sta risvegliando nuovamente in me una certa passione) il rapporto di forza che si creerà all’interno della coalizione di centro-sinistra con, una sinistra più forte, un centro sempre meno condizionante e una spina nel fianco rappresentata dalla formazione della rosa nel pugno.

Anche la distribuzione dei voti nelle varie regioni (come ho sempre sostenuto mai e poi mai confondere e mischiare le elezioni amministrative con quelle politiche) avrà un’importanza enorme.

Cosa succederà francamente non lo so, non sono un indovino. Secondo me ora come ora non lo può sapere nessuno. Certo è, che ancora una volta, il Cavaliere è stato sottovalutato.

Per ora mi fermo qua e devo dire che dopo tanti anni mi sono sinceramente divertito a parlare nuovamente di politica. Spero però di non abituarmici perché, senza parlarne, si sta decisamente meglio. Vedremo.


">Link

sabato, aprile 08, 2006

Valeria


Voglio qui pubblicamente ringraziare una ragazza.

Per sei mesi mi ha svegliato dal sonno profondo della notte.

Ogni mattina mi ha trasmesso la forza e la grinta giusta, per affrontare la giornata.

La sua voce, forte e squillante, ad ogni risveglio è stata per me una ventata d’aria fresca.

Una parlantina spigliata fuori dal comune, senza banalità e tentennamenti, e un piglio deciso, erano le sue caratteristiche.

La mia radio sveglia è sintonizzata su Play Radio sin dai suoi esordi. Lei, la ragazza in questione, aveva un appuntamento fisso con me. Tutte le mattine, dalle 06.57 alle 07.00, mi dava il buongiorno.

I miei primi tre minuti di vita quotidiana coincidevano con i suoi ultimi tre minuti di conduzione della trasmissione Play Roll…ahimè, ai più, sconosciuta.

Non avete ancora capito chi è?…ma ovvio è Lei e solo Lei: VALERIA SGARELLA!

Da lunedì prossimo non condurrà più la trasmissione. Speriamo che Simona Volta, altra mia vecchia conoscenza (quando ascoltavo RTL 102.5 conduceva il notiziario delle 07.00 assieme ad Aldo Preda approdato a sua volta a R101 – ragazzi, son troppo preparato sulle radio ahahah), che di Lei prenderà il posto, riesca a trasmettermi (mi spiace Simo ma ne dubito) lo stesso entusiasmo e la grinta giusta per affrontare la giornata.

Grazie Sgare…a presto, con affetto Luca


">Link

venerdì, aprile 07, 2006

La Strada di casa


Immersa nel verde, la mia via è tutta in salita o, se preferite, tutta in discesa.

Quattro sono le curve importanti. Quella detta della cascata (quanti possono vantare di avere una vera casacata nella propria via?), quella della Crosetta (così chiamata perchè ivi sbocca l’omonima “creusa”), quella del parco (è infatti qui l’entrata dei giardini pubblici del quartiere) e quella della Chiesa (il motivo è facilmente intuibile).

Dal fondo alla cima o dalla fine all’inizio, muri di macchine parcheggiate sui due lati. O meglio, così era un tempo non poi, così lontano.

Già perché qualche tempo fa nella zona della cascata, è stato aperto un discount. Che cosa si sono detti i solerti funzionari del Comune? Costruiamo un marciapiede così da permettere alle massaie di camminare in tutta sicurezza? Non sia mai. Divieto di sosta e fermanta pemanente 24 ore su 24 sul lato destro che va dall’inizio della via alla cascata. 30-40 posti auto in meno e multe a non finire. Sai quanta gente passa con le borse piene di notte?

Passa un po’ di tempo e in zona Chiesa iniziano i lavori di costruzione di un mega silos sotterraneo. Fino a quel momento, nessuno si era preoccupato (in Comune) che in quel punto le auto sostavano giorno e notte sui marciapiedi, costringendo i passanti a transitare al centro della via e agli autobus della linea 49 a rimanere bloccati per ore impossibilitati a passare, visto le macchine parcheggiate alla cacchio di cane.
Improvvisamente divieto di sosta 24 ore su 24 su tutti e due i lati. 150-200 posti in meno e fioccano le multe.

L’altro ieri iniziano i lavori per cambiare le tubature del gas. Qua e là spuntano mini-cantieririni con relativi divieto di sosta e multe al seguito. Altri posti auto in meno.

Oggi l’apoteosi, dalle ore 7 alle ore 12.00 divieto assoluto di parcheggio per spazzamento meccanico della via da parte dell’azienda di nettezza urbana.

A questo punto mi chiedo, visti i numerosi cantieri:

non si poteva rimandare la pulitura meccanica?
Non si poteva far venire uno o due netturbini a ramazzare a mano come si faceva un tempo?
Dalle 7.00 alle 12.00? Cosa vogliono, consumarla? Quante volte andate avanti e indietro a spazzarla oltretutto, meccanicamente? Cera e lucidatrice sono comprese?

Soprattutto: io, che vado a lavorare in autobus, seguendo rigorosamente i consigli del Comune (lascia l’auto a casa e prendi il bus), dove cacchio me la infilo la macchina?



">Link

mercoledì, aprile 05, 2006

Pronto, sono F. di Sky


Ieri ho cambiato carta di credito, il nuovo numero è: ahahah credevate eeee

Sulla carta è appoggiato l’abbonamento a SKY. Quindi ieri sera telefono per comunicare il nuovo numero alla suddetta.

Scusate un attimo, mi squilla il cellulare (tutto in diretta eee non vi nascondo nulla).

“Pronto? Weee Andre”…è il Signor BastaEssereFelici (vedi link a lato), pensate è a Genova per lavoro (così se non voleva farlo sapere alla sua ragazza, è già bello che fregato ahahah) e ha espresso il desiderio di vedermi per un aperitivo…”come? A mi tiri il pacco? Stai già ripartendo per Milano? No, no fa niente, grazie, prego, ciao”…però, gran bel tirapacchi .

Ahahah ma nooo ahahah, non è vero, non è andata proprio così la telefonata. Dai si scherzaaa ahahah e poi che volete, sono cacchi miei e di Andrea quello che ci siamo detti. Ahahah

Anzi, Andrea è stato gentilissimo e lo ringrazio pubblicamente per aver pensato di cogliere l’occasione per conoscerci di persona. Giustamente ha finito di lavorare moltooo prima di me e se ne torna a casa.

Torniamo a Sky.

Sky: “Pronto, sono F. di Sky, addetto alle pubbliche relazioni del gruppo, pronto a rispondere a ogni sua domanda e a eventuali chiarimenti”.

Io e Sky: Buonasera Francesco son…”in cosa posso esserle utile? A ogni domanda cercherò di dare una risposta”…si, si grazie per l’appunto…”e in caso non riuscissi a soddisfare”…OOOO MA CI STAI UN ATTIMO ZITTOOO! E CHE CACCHIOOO VIRGOLA E LASCIAMELA FARE STA DOMANDA.

Sky: “A si mi scusi, prego in cosa posso esserle utile Sig. Luca?”

Io: Dicevo, ho chiamato per comunicare il nuovo numero di carta di credito.

Sky: “Benissimo Sig. Luca, Lei è?”

…silenzio imbarazzante da parte mia…penso: ma sei scemo? Mi stai chiamando per nome dall’inizio della telefonata, sul tuo terminale vedi tutti i miei dati e ora mi chiedi chi sono?

Dopo parecchi minuti di assurdità di questo tipo (evito di tediarvi) riesco a far cambiare il tutto.

A questo punto F. mi dice tutto di un fiato: “la richiesta di addebito del mese di aprile è già partita se la banca non riesce ad agganciarla alla nuova carta può tranquillamente recarsi ad una ricevitoria e pagare con bollettino”.

Io: Benissimo, il bollettino eventualmente mi arriva a casa?

Sky: “la richiesta di addebito del mese di aprile è già partita se la banca non riesce ad agganciarla alla nuova carta può tranquillamente recarsi ad una ricevitoria e pagare con bollettino”.

Io: si questo mi è chiaro ma l’eventuale bollettino mi viene recapitato a casa?

Sky: “la richiesta di addebito del mese di aprile è già partita se la banca non riesce ad agganciarla alla nuova carta può tranquillamente recarsi ad una ricevitoria e pagare con bollettino”.

Io: F. scusa, ti sei incantato? Il bollettino, hai presente? Arriva a casetta mia?

Sky: “Aaaa il bollettino eventuale? Si, si le arriva a casa.

Io: Ok grazie ciao.

Sky: “la ringraziamo di averci chiamato, se non foss”….tut, tut, tut.

Ho buttato giù il telefono.

Tremo al pensiero di cosa succederà questo mese con l’abbonamento…vi terrò informati…se vi interessa ovvio.


">Link

martedì, aprile 04, 2006

Edizione Straordinaria


Nel pezzo precedente, come spesso accade quando scrivo di cronaca, me la prendo anche con i giornalisti. Sempre pronti a sparare, aizzare, congetturare, insinuare, spettegolare, infangare, incensare e soprattutto sempre pronti a nascondere la mano anzi, la penna, quando oltrepassano il limite.

Oggi però mi sento in dovere (se non vi interessa, me ne frego, simpaticooo) di spendere due parole per Emilio Fede.

Il Direttore del TG4, di cui ho sempre avuto stima e questo ci tengo a sottolinearlo, ha intenzione di dare le dimissioni venerdì prossimo, in seguito alla multa, parecchio pesante, comminata a Rete4 per aver violato quella grande stronzata che è la par condicio.

Lasciamo stare l’aspetto politico, su cui tanto ci sarebbe da scrivere ma che, lascerebbe il tempo che trova, visto che, ciascheduno (bello questo termine dal sapore antico) ha le sue idee.

Emilio, piaccia o no, è un grande giornalista. Si, si sento già in lontananza le grida: “è un lecca culo, è un servo, ecc., ripeto ME NE FREGO.

Tutti lo odiano, lo denigrano, nessuno guarda il suo telegiornale (solo alcuni idioti vecchietti) ma chissà come mai il giorno dopo, TUTTI, ti spiegano per filo e per segno, quello che ha detto durante l’edizione del giorno prima. Ovviamente, senza tralasciare la descrizione minuziosa dei gesti e delle smorfie.

Emilio, piaccia o no, è sempre il primo a dare le notizie importanti e questo perché da buon vecchio cronista ha fiuto e senza pensarci un secondo, interrompe le trasmissioni e parte di Edizione Straordinaria. Gli altri, i "Raioli" ma anche i "LaSettioli" e persino i "Mediaioli", ci pensano un attimo di troppo…e un attimo (quello “sfuggente”) basta per perdere il treno.

Emilio scrive libri e subito vanno a ruba. Alle feste è sempre l’ospite d’onore. Viene messa su una giuria per premiare e subito viene chiamato a presiederla.

Certo poi Emilio ha un “Amore”, apriamo un attimo una parentesi (non iniziamo a insinuare cose che non esistono. Anche qui, piaccia o no, Emilio, ha preso più figa nei suoi 75 anni di tutti noi) chiusa la parentesi, smisurato per il Cav.. Ma non è detto che sia un difetto e/o se lo è, il più danneggiato è proprio il Cav..

Secondo il mio modesto parere, perdere
Emilio Fede dal panorama televisivo, sarebbe un grave errore.

Direttore, la mia più sincera stima e un grosso in bocca al lupo…comunque vada, piaccia o no, Lei, la storia del giornalismo italiano, ha contribuito a scriverla…e sfido chiunque a negarlo.

Con fede, a Fede Emilio, Luca




">Link

lunedì, aprile 03, 2006

Speranza


La vicenda del piccolo Tommaso si è conclusa nel più tragico dei modi.

La speranza fino all’ultimo non è venuta meno.

Alla fine però, abbiamo scoperto che il tutto era finito nel momento in cui aveva avuto inizio.

Adesso, una nuova speranza.

Speriamo che i sequestratori, una banda di sottosviluppati ignoranti ma attenzione, ben lucidi e coscienti di ciò che facevano, vengano puniti esemplarmente.

Molti invocano la pena di morte peraltro, impossibile nel nostro Paese, visto che non è contemplata nel nostro ordinamento giudiziario.

Ritengo che la soluzione sia quella di metterli a marcire, letteralmente, nelle patrie galere a pane e acqua. Non devono morire, sarebbe una scorciatoia per loro. Non devono neppure pentirsi e/o redimersi. Semplicemente devono essere PUNITI!

Dovranno passare il resto dei loro giorni guardando il mondo attraverso una finestrella a quadretti. Se poi si pentiranno o prenderanno coscienza di ciò che hanno fatto CAZZI LORO. Non ci riguarda.

Speriamo che coloro che saranno chiamati a giudicare, sempre pronti a sfilare con la Costituzione sotto il braccio quando si tratta di difendere la propria autonomia, NON abbiano tentennamenti di sorta e non trovino cavilli, cavilletti, infermità e “condizionipsicoambientali” di varia natura, per attenuare la pena.

In ultimo stendiamo un velo pietoso sui giornalisti tutti. Come al solito, hanno rimestato nel torbido tirando fuori storie allucinanti (unica speranza è che la storia della pedofilia, sia stata tirata fuori ad arte dagli inquirenti, per smascherare i colpevoli).




">Link